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Peccato che riservata com'era, NINFAFEDELE non conoscesse molto bene gli autori del club. Li aveva incontrati solo negli scritti in forum e non aveva ancora parlato molto con loro. A dire il vero anche gli altri erano un po' sul chi va là e si guardavano chiedendosi chi veramente erano.
NINFAFEDELE non sapeva bene cosa era accaduto quella notte a DIAMANTE anche se qualcosa aveva intuito. Non sapeva che la giovane signora aveva fatto un lungo viaggio in treno prima e poi doveva prendere la corriera per arrivare puntuale al mattino per la partenza verso i monti organizzata da lei. Infatti all'arrivo alla stazione ferroviaria DIAMANTE s'era accorta che gli restava una mezz’oretta prima della partenza della corriera e pensò usare quel tempo per un caffè che adorava e per acquistare una rivista di moda all'edicola appena aperta dove sperava di trovare un certo articolo. Fu all'edicola che appoggio la sua valigia a terra per pagare la rivista e sfogliala un minimo per vedere se c'era quello che le interessava (non c'era!). E fu proprio in quell'istante che la valigia sparì senza che nessuno se ne accorgesse. Capirete l'espressione di panico che si disegno sul viso quando allungata la mano e poi lo sguardo si accorse che la valigia non c'era più. I suoi vestiti firmati, gli scarponi, la maglia pesante, il giubbotto intonato con i pantaloni imbottiti. Tutto volatizzato .
E che fare?
Con le lacrime agli occhi aveva chiamato al cellulare COBITE che stava arrivando in auto percorrendo l'autostrada, e gli raccontò l'accaduto. Poi gli disse che a quel modo non poteva essere presente e che se ne tornava a Roma con il primo treno.
COBITE insistete assicurandogli che i vestiti si sarebbero trovati. Lui ne portava sempre un completo, compresi scarpe da traking, di scorta nell'auto auto, della serie "come te la cavi se cadi in acqua?". Qualcosa aveva anche la moglie di lui. Così si fece convincere a continuare. Cobite passò per la stazione del treno facendo una lieve deviazione sul precorso. Subito prima di partire con la corriera era andata in toilette e ne era uscita vestita come quelle ragazze che correvano sui patini in città ed avevano il cavallo dei pantaloni all'altezza delle ginocchia e le maniche del giaccone che la facevano monca salvo due dita guantate che uscivano fuori
Che dire altro se non che era bellissima e avrebbe fatto bellissima figura sulla pubblicità di vestiario casual (più casual di così...).
DIAMANTE in fondo aveva superato il problema nel giro di un'ora e ci rideva sopra, cosa che invece avrebbe steso per due giornate lo stesso COBITE.
Tutto il grupo era sceso dalla corriera e iniziava a fare confidenza con la neve e con il bar aperto anche li. Sembravano contenti e iniziavano a conoscersi.
NINFAFEDELE confidò a COBITE che quel PENNABIANCA l'aveva un po' stancata con quel sigaro che alternava solo alla pipa. COBITE si mise a ridere a crepapelle, fino a lacrimare gli occhi ed attirare l'attenzioni dei presenti che pensarono fosse ammattito visto che era il solo a ridere... e di gusto. NINFAFEDELE si chiedeva cosa avesse detto di tanto esilarante e lo guardava come si guarda il matto del paese.
Poi pian pianino COBITE riprese un po' di autocontrollo e tra una risata e l'altra fece capire che quel PENNABIANCA non era chi lei pensava bensì quel signore era ALPINO, che al massimo era una penna nera, e ben si sa che gli alpini fumano la pipa e bevono la grappa. PENNA BIANCA infatti li avrebbe raggiunti di li a poco salendo con la sua auto.
NINFAFEDELE non la prese tanto bene e si rabbuiò per l'inconveniente chiaramente causato per le allusioni alla “penna” che in una battutaccia COBITE aveva fatto ad ALPINO alla fermata della corriera, ma finalmente capì i mugolii dell'altro quando cercava di riferirsi a colloqui avuti in forum con lui.
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[Modificato da Cobite 13/02/2007 17.52]
[Modificato da Cobite 13/02/2007 23.47]