Guardando lo specchio

Se mi guardo allo specchio, mi capita di trovare una dissonanza tra l’ immagina che lo specchio mi da di rimando e l’ immagine che io vedo impressa sullo schermo che mi porto dentro su cui proietto la mia immagine. Davanti allo specchio vedo nell’ immagine che ho di rimando poco di quanto io sento, ma dentro di me avverto una fioritura di sentimenti somigliante un bouquet. Non mi sopporto per quella deficienza espressiva dipinta sul volto. Vorrei che quello che sento sia ben chiaro, tanto da ridurre al minimo le parole per raccontarle.
E mi viene da pensare che sia una illusione l’ immagine che ho di me stesso, ma non può essere vero, io le sento e le vivo, ed esse mi abitano: se non ne fossi provvisto, penserei di essere divenuto un robot che agisce a comando. Raccontare quel mondo può mette grande imbarazzo, perché non sempre vorrei riconoscere quello che provo, poiché non sempre è ciò a cui aspiro e lo vorrei cancellare, per dare di me una rappresentazione migliore. Non è forse l’ altra medaglia dell’ orgoglio? Questo è quanto io penso, ragionando su quello che ho detto.

E' una maschera che noi abbiamo inconsapevolmente imparato a portare, ma molte volte il nostro vero io si ribella a questa nostra consuetudine. Vorrebbe emergere e ci pungola per farlo.
Forse non è solo orgoglio...

sono daccordo con il commento di ELIPIOVEX, sei bravo in prosa, ciao, Fiorella

Ci sono stati momenti in cui non riuscivo a guardarmi; lo specchio rifletteva un viso che mi terrorizzava.
Mi truccavo, pettinavo, vestivo senza vedermi.
Poi ho forzato la mia indole ed ho osato vedermi, un attacco di panico, lentamente dissolto ed ho imparato ad amarmi.
Perchè quella ero io.