Pubblicazione di scrittori dilettanti È vietato copiare senza l'autorizzazione dell'autore. redazionedifiori@hotmail.com    

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

ROBERTO VECCHIONI, UN POETA TRA I CANTANTI

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2007 01:47
08/02/2004 01:10
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

IL CIELO CAPOVOLTO




» Le mie ragazze «


Hanno vent'anni in più
le mie ragazze:
questi vent'anni e un foglio
sopra il cuore,
dove c'è scritto
di aspettarle ancora,
sempre a quel posto,
sempre a quel dolore;
hanno vent'anni e un basco
con la stella,
un lampo
d'inguaribile sorriso,
e tenerezze
dietro un muro d'ansia;
ma sanno sempre dire
un "no" deciso.

E sono sempre belle da morire
che di più belle al mondo non ce n'è:
belle di sogni, belle da stordire,
perchè le mie ragazze
sono uguali a me.

Hanno vent'anni in più
le mie ragazze:
un uomo, nessun uomo
da aspettare,
e figli
ed altre simili scommesse,
perdute e vinte
senza mai mollare;
e parlano di una piccola
"seicento",
dov'era bello avere
mal di cuore,
e se ha tentato di fregarle
il tempo,
hanno fottuto il tempo
con l'amore.

Passano via così come acquiloni,
corrono dietro un vento che non c'è:
vincono a sogni, perdono a emozioni
le mie ragazze,
proprio come me;
una me la ricordo più di tutte:
che strano, è proprio quella che non c'è;
manca una luce sola questa notte;
però la vita, che gran cosa è!


» Dove? «


Nazarene chiare
che parlan d'amore,
Nazarene scure
che vanno lontano:
tutto questo vento,
tutto questo sole,
tutto questo amarsi,
frugarsi, lasciarsi,
aggrapparsi, socchiudere
porte, richiuderle
senza vedere...
tutto questo dolore...
via Giovanni Bormida,
piazza Leopardi,
corso Indipendenza,
via Giulio Rinaldi,
largo Cimarosa,
viale Gino Crosa...
dunque mi dicevi
ma il rosso era nero
ti cade il vestito
mi mangio la biro
qualcuno ha gridato
così, senza motivo
vogliono portarmi via,
vogliono portarmi via,
dove?
vogliono portarmi via,
vogliono portarmi via,
dove?

Tutti i miei sorrisi,
le volte che ho pianto:
io non sono stato
distratto un momento;
e i poeti greci,
tutte queste voci;
rabbia tra le gambe,
dolcezza nel cuore,
mia figlia che nasce,
mio padre che muore,
tu dentro il mio viaggio:
c'era, infine, un passaggio!

E mi porteranno via,
E mi porteranno via;
dove?
E mi porteranno via,
E mi porteranno via,
dove?

ad libitum...


» Le lettere d'amore (chevalier de pas) «

Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo...
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli...

e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c'è
e alla fine chiederle "scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me..."
e le lettere d'amore,
le lettere d'amore
fanno solo ridere:
le lettere d'amore
non sarebbero d'amore
se non facessero ridere;
anch'io scrivevo un tempo
lettere d'amore,
anch'io facevo ridere:
le lettere d'amore
quando c'è l'amore,
per forza fanno ridere.

E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.

Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano...

e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo...

e scrivere d'amore,
e scrivere d'amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d'amore
fa veramente ridere.

Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile;
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere...


» Il cielo capovolto «

Che ne sarà di me e di te,
che ne sarà di noi?
L'orlo del tuo vestito,
un'unghia di un tuo dito,
l'ora che te ne vai...
che ne sarà domani, dopodomani
e poi per sempre?
Mi tremerà la mano
passandola sul seno,
cifra degli anni miei...
A chi darai la bocca, il fiato,
le piccole ferite,
gli occhi che fanno festa,
la musica che resta
e che non canterai?
E dove guarderò la notte,
seppellita nel mare?
Mi sentirò morire
dovendo immaginare
con chi sei...

Gli uomini son come il mare:
l'azzurro capovolto
che riflette il cielo;
sognano di navigare,
ma non è vero.
Scrivimi da un altro amore,
e per le lacrime
che avrai negli occhi chiusi,
guardami: ti lascio un fiore
d'immaginari sorrisi.

Che ne sarà di me e di te,
che ne sarà di noi?
Vorrei essere l'ombra,
l'ombra che ti guarda
e si addormenta in te;
da piccola ho sognato un uomo
che mi portava via,
e in quest'isola stretta
lo sognai così in fretta
che era passato già!

Avrei voluto avere grandi mani,
mani da soldato:
stringerti forte
da sfiorare la morte
e poi tornare qui;
avrei voluto far l'amore
come farebbe un uomo,
ma con la tenerezza,
l'incerta timidezza
che abbiamo solo noi...

gli uomini, continua attesa,
e disperata rabbia
di copiare il cielo;
rompere qualunque cosa,
se non è loro!
Scrivimi da un altro amore:
le tue parole
sembreranno nella sera
come l'ultimo bacio
dalla tua bocca leggera.


» Il tuo culo e il tuo cuore «



La tua intelligenza
non ha limiti:
è fuori discussione.
Io però con quella,
amore scusami,
non ci faccio una canzone...
preferisco
quel tuo modo unico
di piangere e sognare,
ma confesserò
che non sottovaluto
di vederti camminare:

più del portamento
è quel modo di "sgabbiare";
più che l'indumento
è quel modo di ondeggiare
lento, lento,lento,lento

e tu ci sei, e tu mi fai,
e passano negli occhi tuoi
paesi lontanissimi
e un posto per sorriderti;
guardatela la sua allegria
di questa grande donna mia,
lasciatemela vivere
la gioia del suo culo
e del suo cuore!

Qando tu cammini
sembri un angelo
d'incerta tradizione;
quando tu t'inchini
è insostenibile,
disumana tentazione;

ci son notti che
starei a guardartelo
per ore ed ore, ed ore
altre notti che
vorrei farmi piccolo
tra le pieghe del tuo cuore

e guardarci dentro
per capire il tuo dolore,
il tuo sentimento,
quella voglia di sognare:
dimmi, dimmi, dimmi, dimmi

che tu ci sei, che tu non vai
e passano negli occhi tuoi
malinconie brevissime
e fuggitivo ridere;
ragazza mia,
grande donna mia,
non farti mai portare via
la gioia del tuo culo
e del tuo cuore!

Cos'avrò fatto mai
di tanto strano,
perché tu capitassi
proprio a me?
O sono
di un gran bello io,
o si era un po'
distratto Dio
quel giorno...

abbracciami
insegnami
malinconie brevissime
e fuggitivo ridere:
ragazza mia,
grande donna mia,
non farti mai portare via
la gioia del tuo culo
e del tuo cuore!


» L'amore mio «


E si svegliò
di un soffio impercettibile
che appena appena
se ne accorse il cuore;
e vide il mondo,
fino allora incomprensibile,
avere finalmente un senso
nelle tue parole...
e s'inventò la forza
di venirti a prendere
e reggerti ubriaco
sulle scale:
la tenerezza
di vederti piangere,
stringendoti
per farti addormentare:
che pensarlo al di fuori di noi
non è possibile:
per come l'hai voluto tu
e lo difendo io
l'amore mio.

Sono stata in ansia
per i tuoi ritorni,
viva nell'illuminarsi
dei tuoi giorni,
mi ha colpita la felicità
come un addio;
amore mio,
io dormivo sotto la tua mano
e il tempo
mi ha portato via qualcosa
qui da dentro,
come un piccolo ricordo
di quand'era mio
l'amore mio...

Sei così sempre tu
da togliermi il respiro,
e solo i sogni tuoi
son quelli buoni:
gli altri, i piccoli, i miei,
quelli che vivo,
sono biglietti persi
nei tuoi pantaloni:
chiudo gli occhi al riparo da te,
rincorro il tempo e scrivo;
e nonostante te
lo sento vivo
l'amore mio.

Ma non posso naufragare
nelle tue maree,
come una parola
dentro le tue idee,
questa notte è lunga, aiutami,
ci sono anch'io...
amore mio,
non so vivere, non voglio,
senza ricordare;
non so correre e nemmeno
forse camminare,
ma ho bisogno di trovarlo adesso
un posto mio,
il posto mio...

farà male, dovrai scegliere,
dovrai sparire,
insultarmi o consolarmi
prima di capire
che non sei soltanto tu,
ma sono anch'io
l'amore mio...

amore mio.


» Il mio piccolo genio «



Ha gli occhi nella notte
che non guardano niente:
può sembrare a tutti
un deficiente;
ma io che lo conosco
e che so leggergli dentro...
oh, se sapeste come sta soffrendo!
il tempo gli rimbalza addosso
come una palla,
per gli amori persi
lui ci sballa!
E piange mentre scrive
e scrive che sta piangendo:
mio dio, ma che mestiere tremendo!

Genio al lavoro, genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro...
Genio al lavoro, genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro...

Il mio piccolo genio
ha una piccola stella,
tu gli parli, lui ti guarda,
ma non c'è che quella;
non sa mai cosa mangia,
non sa cosa beve,
ha due occhi stretti come
pisci nella neve
quando è al lavoro,
quando è al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro
genio al lavoro, genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro.

Lui gioca co trenino
della letteratura,
lui non scrive mica
spazzatura!
I suoi dolori sono
i soli drammi del mondo:
gode... com'è profondo!

Guardatelo, sognatelo,
ma non toccatelo;
e per amor del cielo
non disturbatelo!
e non vi venga in mente
di parlargli dei figli, della moglie
o di altri vuoti dettagli!

Genio al lavoro, genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro...
non disturbate il lavoro,
il capolavoro
del mio piccolo genio al lavoro!

Il mio piccolo genio
ha una piccola luna,
tu gli pali, lui ti guarda,
ma non sei nessuna;
la tua voce è un fastidioso
inutile rumore
proprio mentre sta scrivendo
una canzone d'amore...
genio al lavoro, genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro...
genio al lavoro,
genio al lavoro,
il mio piccolo genio al lavoro!

ad libitum...


» Piccoli stupidi «


No, non svegliarmi,
sto sognando,
e in sogno vedo te
com'eri allora,
e tu sai quando,
che non credevo in me:
che mi tremava
anche il pensiero
di averti tutta lì...
e il sogno
è proprio così vero
che sembra adesso
e qui
com'eravamo piccoli,
com'eravamo stupidi,
e "dove vai? Ritorna!
Io non volevo...
scusa... è inutile;
dammi la mano,
ho freddo da morire:
toglimi questo assurdo
male al cuore...
per un lontano amore
che sta finendo qui..."

E ce ne vuole, sai,
per diventare
un uomo grande,
e non un grande uomo:
uno dei tanti
che sa un po' cantare,
ma il solo
che sa leggerti la mano;
il tempo sfuma tutte
le mie cose,
non quelle amate insieme:
quelle
son ferme nei tuoi occhi,
e io con loro
sto bene

e come siamo piccoli,
e come siamo stupidi,
a improvvisare i giorni,
e quando torni,
e chi non torna più;
e sempre lì
a commuoverci per niente,
e a credere nei sogni
della gente:
ma quando cambierai?
io non lo so, tu mai!

Saremo sempre piccoli,
saremo sempre stupidi,
e lascia che ti guardi
e faccia tardi
a misurarti il cuore:
io sono sempre lì,
lo stesso uomo,
e anche se può far ridere
qualcuno,
non ti ho tradito mai
e non ho amato mai
che te.


» Hotel dei giorni immobili «


All'hotel dei giorni immobili
non brillano le stelle:
qualche volta s'intravede appena
il fondo della valle;
c'è un odore di salsedine,
ma il mare non si vede...
dai sentieri che ci arrivano
non ripartono più strade...
All'hotel dei giorni immobili
da sempre c'è un soldato,
ma la guerra non spiegò
se c'era morto o c'era nato;
e se c'era nato o morto
non lo seppe mai il poeta
che perdeva il tempo a chiedersi
se un'entrata è anche un'uscita.

E una notte innominabile
ci transitò un mercante,
e vendeva tutto a tutti
e tutti non avevan niente;
e vendeva per non piangere
di non aver venduto
e le lacrime bagnavano
sciupavano il broccato.

Han mandato un messaggero,
forse arriva questa sera;
passsa i monti, passa il gelo,
passa il tuono e la bufera;
passa il fuoco dell'inferno
con un foglio tra le mani;
han mandato un messaggero,
forse arriverà domani.

All'hotel dei giorni immobili
ci venne anche un sovrano:
ordinò, salì con comodo,
prese tutto il terzo piano:
e ci venne un accademico
con un trucco madornale,
ma nel buio s'illuminarono
solo gli angoli e le scale.

E una notte senza nuvole
si presentò un pensiero;
e si cominciò a distinguere
buio falso e buio vero;
e una notte con le nuvole
lì si smarrì un ricordo,
e si continuò a confondere
l'apparenza di uno sguardo.

S'è perduto il messaggero
s'è perduto sul confine,
tra il principio delle cose
e le cose della fine;
s'è perduto il messaggero
col cavallo e con i cani,
tutto è ritornato nero
dietro il grido dei gabbiani;
s'è perduto il messaggero
con un foglio tra le mani:
non arriverà stasera
non arriverà domani.

All'hotel dei giorni immobili
nel sogno di una donna
tutto è chiaro, tutto è limpido,
la penombra non inganna;
e bastò guardarla un'attimo
per leggerle nel cuore
che lei già sapeva tutto
prima ancora di sognare:

e fu finalmente giorno,
fu bambino e fu canzone,
e fu gioia del ritorno
e fu "dormi",e fu persone;
e fu finalmente cielo
con la luna e con le stelle,
e fu finalmente mare
con il vento e con le vele...

e fu subito chitarra,
e fu abbraccio e fu ferita,
e fu "guardami!" e fu terra,
e fu vivere e fu vita;
così il giorno tornò giorno
e la notte fu la notte;
l'orizzonte all'orizzonte
e le stelle in cielo, tutte.


» Conversazione con una triste signora blu «



Felice di smentirti ancora
triste signora blu;
non è la vita ad ispirare le canzoni,
come credi tu...
son le canzoni che costringono la vita
ad essere com'è
e come non è...
E allora, mi dirai, perchè si piange?
Cosa si ricorda?
che i sentimenti a questo punto, i sentimenti,
sono solo merda...
e invece no, e invece no,
guarda come ti posso far soffrire
con una finzione...
senti qui che passione!

Tu, dove sarai
a disperare il volo
degli anni miei?
E ancora dove
ti perderai
da tutto questo amarti
che viene a sera
e muore?

E poi triste signora blu tutte le storie
nascono finite:
le ho già decise io soltanto
per averle immaginate...
e vivere è qualcosa come fingere
di aver dimenticato...
e ricordare

tu mi lascerai
perchè io sto scrivendo ora
che te ne andrai...
e allora tu,
in quel momento,
ripeterai un dolore
che già sto vivendo:
e non c'è niente,
non ci sarà mai niente
che non sia stato, prima,
nel cuore.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:42. Versione: Stampabile | Mobile | Regolamento | Privacy
FreeForumZone [v.6.1] - Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com