Sì, la poesia è oscura, ma non un'oscurità voluta. Dipende soprattutto dal fatto che il componimento è generato da parole, frammenti di frasi che echeggiano durante le mie deserte notti insonni. Poi al mattino i frantumi prendono più o meno forma per trasmettere un senso il cui senso più profondo sfugge anche a me.
Certo, il cristallo della luce allude ai bagliori aridi dell'estate, stagione che non amo. Le prime due strofe sono appunto per lo più un antiinno dell'estate, ma "cristallo" mi rimandava anche a Cristo, ad una crocifissione del'esistenza, con le schegge che si conficcano nell'inutilità dell'esistenza.
Nell'ultima strofa mi rivolgo alla vita, dominata da vane speranze e da forze incognite. L'unica meta che ci additano queste speranze fangose è l'illusione di uscire da questo universo ostile in cui nascono i mondi senza un perché e muoiono senza un perché, diventando cenere.
Ciao
avalon - http://zret.blogspot.com/