Se avess'io
di Alda Merini
Se avess'io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato,
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti-sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.
Io ti debbo i racconti piu fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
e ti debbo parole come l'ape
deve miele al suo fiore. Perchè t'amo
caro,da sempre, prima dell'inferno
prima del paradiso, prima ancora
che io fossi buttata nell'argilla
del mio pavido corpo. Amore mio
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io guido nel giorno dell'arsura
alle tue mille bocche di ristoro!
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Il sole dei vecchi
di Alda Merini
Il sole dei vecchi
è un sole stanco.
Trema come una stella
e non si fa vedere,
ma solca le acque d’argento
dei notturni favori.
E tu che hai le mani piene
d’amore per i vecchi
sappi che sono fanciulli
attenti al loro pudore.
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Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una tempesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mai amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento.
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Manicomio
è parola assai più grande
delle oscure voragini del sogno
eppur veniva qualche volta al tempo
filamento di azzurro
o una canzone lontana di usignolo
o si schiudeva la tua bocca
mordendo nell'azzurro
la menzogna feroce della vita
o una mano impietosa di malato
saliva piano sulla tua finestra
sillabando il tuo nome
e finalmente sciolto in numero immondo
ritrovavi tutta la serietà della tua vita
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Gesù,
per coloro che hanno perso la mente
e i principi della ragione,
per coloro che sono oppressi
dal duro silenzio dei martiri,
per coloro che non sanno gridare
perché nessuno li ascolta,
per coloro che non trovano
altra soluzione
al grido che la parola,
per coloro che scongiurano il mondo
di non devastarli più,
per coloro che attendono
un cenno d’amore
che non arriva,
per coloro che erroneamente
fanno morire la carne
per non sentirne più l’anima.
Insomma,
per coloro che muoiono nel nome tuo,
apri le grandi porte del paradiso
e fai loro vedere
che la tua mano
era fresca e vellutata,
vellutata e fresca,
come qualsiasi fiore,
e che forse loro troppo audaci
non hanno capito che il silenzio era Dio
e si sono sentiti oppressi
da questo silenzio
che era solo una nuvola di canto.
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Citato da:
www.baab.it/quinta-g-gullace-0809/merini.htm