| | | OFFLINE | | Post: 718 Post: 45 | Registrato il: 15/12/2005
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17/07/2006 09:35 | |
Non è una poesia riferita ad un avvenimento in particolare, è difficile che scriva cose di questo genere. Ad ogni modo non credete che la parola innocente sia riferita per forza ad un non militare. Quando ho scritto questa poesia ho pensato ad un giovane militare che si trova nella posizione di dover uccidere un suo coetaneo appartenente però alla fazione opposta. E' solo un soldato semplice, non è lui a prendere le decisioni, deve solo obbedire ai compiti che i superiori gli impongono, non c'è spazio per liberare la sua coscienza.
Nel momento in cui uccide il "nemico" si rende conto, comprende, il dramma più grande della guerra...ovvero che sembra sempre di combattere contro un altro se stesso. Il ragazzo ucciso aveva sicuramente genitori, fidanzata, amici a piangerlo, aveva sogni ed aspirazini, proprio come il suo assassino. Sia il ragazzo morto che il suo assassino sono entrambi delle vittime di guerra. Uno ha perso la vita, l'altro il rispetto della gente e la serenità dell'anima, torturata dal rimorso. Ma nessuno intona un Requiem o ha parole di conforto per il soldato, per la gente resta solo un assassino. |
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