Ardore che Risplende
00martedì 11 luglio 2006 09:39
SOLDATO
Autrice: La Fallen Angel
Libro: Il Dolore della Bambola (FirenzeLibri)

Ho ucciso me stesso
Nella battaglia sotto casa
Un ragazzo chiedeva pietà al carnefice
Lacrime riflesse nel lucido nero
Prima dello scoppio violento
Della pioggia rossa sul candore d’innocenza

Croce nel cimitero
Nessuno intoni un Requiem per me
L’innocente morto al mio fianco
Ha la tomba bagnata di lacrime
Pioggia penetra nella mia scavata nel cuore
Senza luce di candela né lapide di memoria

Ho ucciso me stesso
Mi chiamano assassino
Nessuno si chiede perché
Il lupo cattivo ha mangiato Cappuccetto Rosso
L’ordine del superiore
Il soldato deve ubbidire

Pecorelle nella gabbia dei leoni
Ho ucciso me stesso
Ancor prima di sparare
Nella dovuta scelta di seguire l’ordine
Mentre il ragazzo disperato piangeva
Sotto la canna del mio fucile

Cobite
00sabato 15 luglio 2006 09:56

Forse ti riferisci ad un fatto particolare, ma mi sfugge quale.

Personalmente sento molta confusione negli effetti speciali di questa poesia. [SM=x142856]

[SM=x142892] Giancarlo

giangi53
00domenica 16 luglio 2006 20:32

Mi pare di cogliere, che il soldato assassini se stesso, nel momento che preme il grilletto per annientare il cosiddetto nemico, vincolato dal giuramento di esegure ordini superiori.
Chiedo conferma Grazie -gian-
Cobite
00lunedì 17 luglio 2006 08:59
Re:

Scritto da: giangi53 16/07/2006 20.32

Mi pare di cogliere, che il soldato assassini se stesso, nel momento che preme il grilletto per annientare il cosiddetto nemico, vincolato dal giuramento di esegure ordini superiori.
Chiedo conferma Grazie -gian-



Non mi pare che il compito del soldato sia uccidere innocenti a sangue freddo per ordine ricevuto, ma al limite fucilare spie e disertori come da codice di guerra che innocenti non si possono definire.
Non possono chiamarsi invece soldati ma criminali di guerra quelli che uccidono a sangue freddo i civili innocenti rapiti, come tante volte si è pur toppo verificato nell’ultimo secolo e anche ultimamente in medio oriente.
Altre sono le morti innocenti provocate da criminali in nome della guerra che invece si tacciono.
Ora come ora, per non citare fatti recenti ancora al vaglio della storia, ricordo Nagasaki, Hiroshima e Dresda che secondo me sono autentici delitti contro l'umanità ben più gravi di una battaglia in guerra perchè autentico terrorismo verso civili con una quantità di morti di gran lunga superiore alle più cruenti battaglie.

E’ per questo che mi sfugge il significato della poesia se orientato al “soldato” generico, mentre potrebbe assumerne notevolmente se riferito ad alcuni fatti specifici.

[SM=x142848] Giancarlo
P.S. ... lo so che sono pignolo [SM=x142905]

- La poesia è dettata dal cuore, ma è scritta dalla testa. (Cobite)-

[Modificato da Cobite 17/07/2006 9.02]

Ardore che Risplende
00lunedì 17 luglio 2006 09:35
Non è una poesia riferita ad un avvenimento in particolare, è difficile che scriva cose di questo genere. Ad ogni modo non credete che la parola innocente sia riferita per forza ad un non militare. Quando ho scritto questa poesia ho pensato ad un giovane militare che si trova nella posizione di dover uccidere un suo coetaneo appartenente però alla fazione opposta. E' solo un soldato semplice, non è lui a prendere le decisioni, deve solo obbedire ai compiti che i superiori gli impongono, non c'è spazio per liberare la sua coscienza.
Nel momento in cui uccide il "nemico" si rende conto, comprende, il dramma più grande della guerra...ovvero che sembra sempre di combattere contro un altro se stesso. Il ragazzo ucciso aveva sicuramente genitori, fidanzata, amici a piangerlo, aveva sogni ed aspirazini, proprio come il suo assassino. Sia il ragazzo morto che il suo assassino sono entrambi delle vittime di guerra. Uno ha perso la vita, l'altro il rispetto della gente e la serenità dell'anima, torturata dal rimorso. Ma nessuno intona un Requiem o ha parole di conforto per il soldato, per la gente resta solo un assassino.
Cobite
00lunedì 17 luglio 2006 11:44
Allora sono stato deviato da questo:

"Nella battaglia sotto casa
Un ragazzo chiedeva pietà al carnefice
Lacrime riflesse nel lucido nero
Prima dello scoppio violento
Della pioggia rossa sul candore d’innocenza
"
Secondo me non si parlava di conflitto fra soldati, ma tra un soldato (il soggetto che parla) e "un ragazzo" che "chiedeva pietà al carnefice"... [SM=x142856]

[SM=x142887] Giancarlo


Ardore che Risplende
00lunedì 17 luglio 2006 11:59
Un soldato non può chiedere pietà? ^^
Per il soldato che spara quello era un innocente, perchè non gli aveva fatto nulla di male personalmente.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:00.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com