La porti un bacione a Firenze,
La porti un bacione a Firenze
( Canta: Odoardo Spadaro )
( Autori: E. Di Lazzaro - C. Bruno )
1938
Originale in dialetto toscano
Partivo una mattina co' vapore,
e una bella bambina gli arrivò.
Vedendomi la fa: Scusi signore!
Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so.
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo,
ed un favore piccolo qui chiedo.
La porti un bacione a Firenze,
che l'è la mi città
che in cuore ho sempre qui.
La porti un bacione a Firenze,
lavoro sol per rivederla un dì.
Son figlia d'emigrante,
per questo son distante,
lavoro perchè un giorno a casa tornerò.
La porti un bacione a Firenze:
se la rivedo e' glielo renderò.
Bella bambina! Le ho risposto allora.
Il tuo bacione a'ccasa porterò.
E per tranquillità sin da quest'ora,
in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
Ma appena giunto a'ccasa te lo giuro,
il bacio verso i'ccielo andrà sicuro.
Io porto il tuo bacio a Firenze
che l'è la tua città
ed anche l'è di me.
Io porto il tuo bacio a Firenze
nè mai, giammai potrò scordarmi te.
Sei figlia d'emigrante,
per questo sei distante,
ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai.
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai.
L'è vera questa storia e se la un fosse,
la può passar per vera, sol perchè
so bene e' lucciconi e quanta tosse
gli ha chi distante dalla Patria gli è.
Così ogni fiorentino ch'è lontano,
vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze,
gli è tanto che un ci vò;
Ci crede? Più un ci stò!
La porti un bacione a Firenze,
un vedo l'ora quando tornerò.
La nostra cittadina
graziosa e sì carina,
la ci ha tant'anni, eppure la
un n'invecchia mai.
Io porto i bacioni a Firenze
di tutti i fiorentini che incontrai.