Un cuore di nera pietra lucente,
Deserto di cenere soffocante,
Leva al primo accenno di brezza
Polvere arsa, stiletto per gli occhi.
I raggi solari indifferenti
Spazzano distanze siderali,
Piane di offuscata desolazione
In un mondo d'accecato silenzio.
Ma nell'indeterminato primigenio
Un tuono riecheggia nell'esausto spazio
L'universo intero vibra con esso.
Cadon torrenti nel nero limaccioso
Ceneri antiche donano nuova vita
Nasce una rosa da speranze deluse
N.B. per scrivere questo ho fatto riferimento al mio precedente componimento "Nel Bosco", del quale lo ritengo il successore ideale
Lascio spazio aperto a qualunque interpretazione
"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia