00 03/01/2010 06:31

STANOTTE, LA NEBBIA


La vita, scandaglia un’altra notte pronta a far sentire la sua presenza; senza fare rumore gioca nel deserto e muta le dune di nebbia .
Il cancello arrugginito del tempo si scardina e rotolando insegue i suoi spettri scomparendo nell’estraneità del silenzio, avvolto in un passato di maschere finte.
L’incomprensibile album , quello dei dubbi ricamati da mani di donna , disperde i suoi ingialliti fogli lontano , oltre i cirri che si sfiorano e si fondono in sottili respiri, inebriati dagli umori della resina .
Dietro il vetro della notte goccioline d’acqua sospese deviano la luce in tutte le direzioni.
La nebbia avvolta nel suo impalpabile manto non confonde i passi e assapora la vita rifuggendo le mezze tinte in cerca di uno scatto che fissi quell’incanto.
Non è solitudine l’ombra che si staglia sui sassi ricoperti di muschio, ma palpito d’anima che respira all’unisono con la voce del vento in questa notte che non è notte ma sentinella tesa all’ascolto di ciò che il mondo, nella luce, tace.

Dialogo, con la notte, nelle correnti ascensionali:

“…noi siamo gemelli, Notte,
perché tu riveli lo spazio e io rivelo la mia anima “. ( *)

“…se tendo l'orecchio nella notte,
è lui che sento parlare,
e le sue parole sono i battiti
del mio stesso cuore….” .(*)

(*) Kahlil Gibran).