00 10/02/2008 21:06
Ed eccomi qui, in mezzo alla piazza centrale. Mi guardo intorno; guardo il pavimento, i miei piedi. Sono circondati, annegati nella moltitudine vergognosa e riprorevole di coriandoli e stelle filanti, inutili pezzi di carta colorati che la gente crede belli e divertenti.
Osservando con attenzione, in mezzo a questo immondo lago, noto dei pezzi di cartone contorti e bruciacchiati. Il loro odore acre aleggia ancora nell'aria, nonostante la loro fiamma si sia già spenta. A che é servit il loro rumore? Il rumore improvviso e ormai morto dei petardi sembra risuonare tuttora in mezzo al silenzio ovattato di quest'oggi.
In giro si notaano dei resti di maschere colme di colori accesi e abbacinanti; lentamente mi avvicino per osservare meglio questo pezzo, questo resto di un qualcuno che per pochi giorni si é finto chi non é.
Lo avvicino ai miei occhi stanchi per capire chi hanno voluto impersonare questi spettri d'uomini. Vedo solamente una moltitudine di colori infantili, colori che ormai, scoperte le sfumature, non riesco più ad apprezzare come riuscivo a fare un tempo.
Rendendomi conto che é inutile cercare di capire questa identità fittizia, strappo il cartone leggero e lo butto a terra a far da compagnia ai coriandoli, inutile pioggia colorata.
Pioggia colorata che, in taluni casi, é raggrumata assieme ad una pasta colorata che si snoda come un interminabile filo pastoso tra gli spazi lasciati vuoti dai coriandoli e dalle stelle filanti.
Il divertimento é tutto qui? È questo ciò che loro chiamano divertirsi? Questa pioggia, queste stelle non stelle e questa pasta chimica é divertimento? Farsi investire da questa pioggia, dalla presenza ingombrante di questi fili colorati, da questa pasta appiccicosa e nauseante, questo lo chiamano divertimento.
Come fanno a divertirsi in mezzo a cotale caos e confusione? Senza contare il volume di una musica senza senso, una musica che questi spettri fingono di apprezzare per sentire e vedere un ghigno dipinto sul loro volto; un ghigno senza gioia che loro chiamano sorriso.
E sebbene loro non lo sappiano e non ne siano consapevoli, in realtà non si divertono. Ma...sarà veramente così?
Non si divertono, eppure...vedo deisorrisi dipingersi sui loro volti, risate fuoriuscire dalle loro gole, occhi brillare.
Realtà o finzione la loro?
Chissà. E mentre annego involontariamente nei resti della loro immonda felicità, continuerò a pensare se sia realtà o finzione ciò che vedo coi miei occhi. I miei occhi...Chi mi assicura che io veda il reale? Cosa vedo, cosa sto vedendo? E poi...vedo?
Ma soprattutto...sono sicura di essere qui?