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CANTO D'AUTUNNO

Impressioni di un fine settembre carico di sereno nel cielo, sole caldo durante la giornata, sotto il piumino la sera.
Giornate che si accorciano, lentamente ci portano per mano all'inizio dell'autunno, che tra breve farà la sua comparsa.

Correva l'auto veloce, tra campi di erba verde, il mais settembrino non era ancora raccolto, ma già si iniziava a pensare alla prossima aratura.
Il bosco della Fontana, da lontano, era una muraglia di verde cupo, intenso e impenetrabile e così sembrava.
Chi voleva entrare nel cuore della foresta si trovava immerso in un'atmosfera di rara bellezza, di silenzi, di antichi splendori, come la palazzina di caccia che si ergeva bianca, intangibile nei secoli, tra la radura. Querce, pioppi, aceri, salici, lecci, olmi, come si poteva pensare di contarli? Pure i picoli ruscelli non creavano rumore, erano gli abitanti del bosco a parlare e tacevano, indispettiti al camminare del tuo passo sulla ghiaia.
Da lontano sembrava inospitale, avvolto in una leggera foschia, in quella mattina, a quell'ora poche le auto che correvano incuranti di ciò che li circondava.
Quella bruma presagiva l'arrivo del sole, sarebbe sorto più tardi, forse avrebbe dormito più a lungo, oggi; si sarebbe riposato per il lavoro svolto durante la calura dell'estate. Pure l'astro ha bisogno di starsene un po' tranquillo, a letto con la luna, a raccontarsi quel che avevano veduto durante il giorno l'uno, durante la notte l'altra. Erano così pochi gli attimi in cui potevano parlarsi e volevano goderseli fino in fondo.

Ed ecco lo spettacolo che ogni anno rinnova la gioia di vivere la vita: le rondini. Appollaiate a decine, a centinaia sui fili della luce, si chiamavano a vicenda, pettegole chiacchierine, discutevano del viaggio verso l'altra loro casa; erano tanti soldatini in fila ognuno al proprio posto e altre svolazzavano attorno, per provare le ali, forse?

La gioia riempì l'auto, la radio non serviva; l'incanto era là, fuori, e raccontava che tutto era al posto giusto. Alberi, ruscelli, terra e rondini nel cielo, cosa poteva mancare? Cosa chiedere di meglio dalla vita?

Fu così che resi lode al Signore per ciò che mi aveva mostrato, la perfezione era lì, tangibile, davanti ai miei occhi e solo la guerra potrebbe offuscare o distruggere la meraviglia del creato.

Signore, no! Uccidi noi uomini, ma lascia intatto il mondo, come lo hai creato tu!