00 25/10/2006 01:50





Sul circuito di Interlagos, teatro dell’ultimo GP di Formula 1, si è chiusa un’epoca.
Quella di un grande uomo e di un campione autentico, l’epoca di Michael Schumacher.

Molte parole sono state spese per raccontare la strepitosa carriera di questo straordinario pilota, ma nessuna, forse, è riuscita a descrivere fino in fondo la sua grandezza. Basta guardarlo negli occhi per capire che anche lui, così “freddo” e preciso nel calcolare ogni momento e ogni mossa della sua vita agonistica, si è lasciato trasportare dalla grande onda delle emozioni e dei sentimenti. Non poteva essere diversamente.




Schumi ci mancherà.
Ci mancherà per la perfezione nel curare ogni minimo dettaglio, per la voglia di non arrendersi mai e di dare sempre il massimo. È successo anche in Brasile, nella sua ultima gara e con un giro da recuperare. Ci mancherà per il suo essere così tedesco, ma allo stesso tempo per aver amato l’Italia e noi italiani. Ci mancherà per il legame indissolubile che ha creato con la “Rossa”, riportandola sul tetto del mondo, con la sua squadra e con il popolo ferrarista. Ci mancherà perché è un campione vero e perché, come tutti i grandi della storia quando si ritirano, ha lasciato un vuoto. Eppure lo rivederemo presto, probabilmente in vesti dirigenziali, magari ancora protagonista di quel mondo che lo ha reso celebre e che lo ha iscritto tra i grandi della Formula 1. Non sarà la stessa cosa, ovvio, ma, ancora una volta, basterà guardare i suoi occhi per ricordare ogni singola impresa di questi anni.






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