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E’ un diluvio di rabbia.
E’ un quadrante di marmo.
E’ lancette
impigliate
imbrigliate
incastrate
intontite.
E’ un falsario di tempo.
E’ uno sbattere d’ali in silenzio.
E’ materia rotonda di forma
e spietata in sostanza.
E’ un giardino di legno
dove i fiori rubati
danno ancora profumo
d’acerbo sentore
d’asprezza speziata
su pontili di nave incagliata.
E’ il mio correre
scalza
su pasta di vetro
a raccogliere i fili di vento
da fissare ai telai
del mio dentro
su distese e pianure
dell’oltre mai visto.
E’ mattone di sabbia.
E’ cappotto che avvolge
memorie di regni egoisti.
E’ dominio d’imperi mentali
sui bastioni dei giorni a venire.
E’ d’appoggio
precario
per il salto finale
per il vuoto
fugace
sparire
dal terreno sostegno
nell’eterno di nebbia.

Ninfa