00 25/01/2006 03:12
Walko
Autore
(15/8/01 10:48)
Reply MEIN EINZIG TRAUM
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MEIN EINZIG TRAUM


Anche nell'imbrunire
delle sere di fine stagione
è assai raro che il cielo s'incendi.
Uno strato sottile di piombo
mette in maschera i giorni,
le stagioni e i pensieri.
Quella voce che incalza
e che tuona
spezza l'anima in due;
chi lo sa se parlava
di ragione o di terra?
Già galoppano i cavalli di frisia
sulla pista
del circo d'Europa,
volano alte le aquile
sulle montagne,
sulle città fumose
e le campagne.

Non diresti che ha un cuore di fuoco
a guardarlo negli occhi
che conservano i sogni
dietro a un velo di cristallo
e di ghiaccio:
certe volte il suo sguardo
può congelare il sangue
e mutare il respiro
in singhiozzo.
Forse soltanto lei
riesce a cogliere
in fondo al suo sguardo
una storia, un silenzio,
un segreto.
Lei lo osserva e lo ascolta parlare
con uguale piacere,
anche se, ormai, da tempo
ha imparato
a non credere alle sue parole,
anche quando è sincero,
anche quando promette
"morgen, vielleicht...
ja... morgen..."
Lui le dice che ama i suoi occhi,
la sua bocca, i suoi fianchi,
le sue gambe, il suo seno,
e nient'altro.
Lei a volte lo ama
e altre volte lo odia,
certi giorni vorrebbe scordarsi di lui,
ma il suo cuore non regge il macigno
della sua lontananza,
e per lui è lo stesso.
Non è certo una storia
di teneri amanti,
ma anche questa
è una storia d'amore.
Raramente confessa di amarla,
non è tipo da romanticismi
col suo cuore ingessato,
con la sua aquila
tatuata sul cuore;
anche quando le parla d'amore
il suo sguardo è distante,
la sua voce è di pietra.
Però a volte la chiama
"mein einzig Traum".

E' una storia perduta
dal tempo
che misura l'azione di un passo
dal ciglio dell'abisso
al precipizio,
è una storia d'amore
perduta nel tempo.
Il futuro ha negato
non soltanto la vita,
ma anche il nome
dei protagonisti.
Forse lui si chiamava
Richard,
e faceva il garzone;
forse lei si chiamava
Marlene,
e faceva la sarta.
Cosa importa,
se nei giorni seguenti
forse lui si chiamava
Richard,
e faceva il soldato;
forse lei si chiamava
Marlene,
e cuciva divise?

Nel trentotto,
a Berlino,
a guardare le rose
che donavano il maggio
ai giardini,
non lo avresti mai detto
che sarebbe tornato l'inverno,
che sarebbe
venuta la morte.

Certe volte la vita
è un momento:
il presente, il futuro,
tutta l'eternità
contenuta in un attimo appena.
Richard fissa il suo sguardo
di ghiaccio
al vicino orizzonte,
guarda un po' più lontano,
e sussurra
"Marlene,
mein einzig Traum..."