00 25/01/2005 11:47

Il messaggio degli assassini

Piu' volte Al Jazira ha mostrato in video il testo in arabo del comunicato con il ''messaggio al popolo italiano'' che i sequestratori hanno inviato insieme con il video dell' esecuzione dell'ostaggio.
''Se il vostro primo ministro dice che il ritiro delle forze italiane dall' Iraq e' fuori discussione - e' scritto nel testo - considerato che questo ritiro e' legato alla vita di quattro dei vostri osservatori, cio' significa che egli non e' interessato alla salute degli ostaggi, ma a compiacere i suoi padroni della Casa Bianca. Ed ecco, il primo ostaggio e' stato giustiziato, e gli altri avranno il loro turno, uno per uno''.
Il testo e' firmato dal ''Gruppo della Falange Verde. Le Falangi di Maometto, profeta di Dio''.
(Ansa)

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Scusate se ancora una volta non mi soffermo sull'orrore e sulle altre emozioni terribili che suscita la perdita di una vita umana e per di più in un modo tragico e assurdo come questo.

Ho già scritto, qui e altrove, che la guerra all'Iraq è stato un episodio inutile e dannoso, il peggior errore commesso da un'Amministrazione degli U.S.A. d'ogni tempo; la guerra andava evitata e per quanto ci riguarda come Italiani la migliore posizione possibile sarebbe stata quella di restarne fuori, sia nella prima fase, quella dei bombardamenti e dell'invasione con il nostro "appoggio non belligerante", sia nella fase attuale. Specificato questo, torno a ripetere, a questo punto tirarsi indietro e ritirare le truppe prima di una nuova risoluzione dell'O.N.U. (che non dovrebbe tardare oltre) sarebbe solo aggiungere un errore agli errori sin qui commessi.
Ma al di là di questo, accettare il ricatto dei terroristi è in ogni caso impossibile, in qualunque situazione. Si creerebbe tra l'altro un precedente insostenibile, per cui ogni Paese in linea teorica potrebbe domani veder minacciata la propria integrità territoriale e nazionale, le proprie Istituzioni, e addirittura la propria stessa indipendenza dal ricatto odioso di un manipolo di criminali. Il ricatto è e deve rimanere formalmente e concretamente fuori da ogni regola, quindi inaccettabile, improduttivo e impraticabile. L'unica azione possibile del nostro Governo (in raccordo con alleati stabili ed "occasionali") è quella di cercare con ogni mezzo il modo per liberare gli ostaggi e neutralizzare in via definitiva la banda criminale che ha messo in atto il delitto. Se può sussistere uno spiraglio per un'eventuale trattativa esso risiede esclusivamente nel terreno della diplomazia non ufficiale ed umanitaria, attraverso contatti ed azioni informali e "sotterranee" come quelle che potrebbe (e probabilmente ha già iniziato a) svolgere la Santa Sede; anche su questa strada peraltro non è il caso di farsi molte illusioni, vista e considerata la particolare identità della banda di terroristi, del tutto irregolare ed estranea ad ogni canone, procedura e precedente; ciò si evince dalla loro reazione indifferente nei confronti dei chiari segnali giunti da alte autorità dell'Islam sciita dell'Iran, che li invitavano senza mezzi termini a liberare gli ostaggi e a sciogliersi, abbandonando questa tipo di azioni, richiami che se letti "dal di dentro", cioè nel contesto del "mondo" e del momento in cui avvengono, tenendo conto della stessa autorevolezza dei richiamanti, valgono a significare una precisa sconfessione dei richiamati, al livello di un vero e proprio "anatema" traducibile nella frase: "voi agite fuori e contro gli insegnamenti del Corano", quindi fuori dall'Islam; l'indifferenza dei sedicenti "falangisti di Maometto" dimostra l'incontrollabilità, la totale sregolatezza e l'evidente status di "cani sciolti" di questo gruppo di terroristi, e purtroppo ne aumenta la pericolosità in questo frangente, ma dà anche la misura del loro isolamento e della possibilità che tale isolamento diventi ufficiale e permanente, per cui è quanto mai necessaria un'intensificazione del lavoro diplomatico con i Paesi a guida islamica più o meno moderata.

Una cosa mi auguro: che dal movimento pacifista (mi riferisco ovviamente ai settori politicamente più estremi) non esca una sola posizione di giustificazione o di approvazione anche sfumata riguardo la frase contenuta del messaggio dei terroristi: "se il vostro primo ministro dice che il ritiro delle forze italiane dall' Iraq è fuori discussione considerato che questo ritiro è legato alla vita di quattro dei vostri osservatori, ciò significa che egli non è interessato alla salute degli ostaggi". I terroristi sperano proprio di creare fratture e lucrare qualche forma di credibilità e legittimazione giocando ed appoggiandosi sulle forti contrapposizioni politiche interne. Sia chiaro invece che l'unica responsabilità del crimine perpetrato ricade interamente su chi lo commette, che non ha alcuna giustificazione a cui aggrapparsi. Chi nel panorama politico italiano dichiarasse in questo momento di ritenere il governo o il suo leader corresponsabile di questo tragico evento fornirebbe ai terroristi una patente di "patrioti" e "resistenti" che non meritano e semplicemente non hanno, possedendo essi un solo titolo: quello di criminali e assassini!



15/04/2004 9.15


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