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FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

GIUSEPPE UNGARETTI antologia

  • Messaggi
  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:18
    SENZA PIU' PESO

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da L'AMORE



    Per un Iddio che rida come un bimbo,
    Tanti gridi di passeri,
    Tante danze nei rami,

    Un'anima si fa senza più peso,
    I prati hanno una tale tenerezza,
    Tale pudore negli occhi rivive,

    Le mani come foglie
    S'incantano nell'aria...

    Chi teme più, chi giudica?

    1934
  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:19
    RISVEGLI

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Ogni mio momento
    io l'ho vissuto
    un'altra volta
    in un'epoca fonda
    fuori di me

    Sono lontano colla mia memoria
    dietro a quelle vite perse

    Mi desto in un bagno
    di care cose consuete
    sorpreso
    e raddolcito

    Rincorro le nuvole
    che si sciolgono dolcemente
    cogli occhi attenti
    e mi rammento
    di qualche amico
    morto

    Ma Dio cos'è?

    E la creatura
    atterrita
    sbarra gli occhi
    e accoglie
    gocciole di stelle
    e la pianura muta

    E si sente
    riavere

    Mariano, il 29 giugno 1916
  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:20
    PESO

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Quel contadino
    si affida alla medaglia
    di Sant'Antonio
    e va leggero

    Ma ben sola e ben nuda
    senza miraggio
    porto la mia anima

    Mariano, il 29 giugno 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:21
    O NOTTE

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - PRIME



    Dall'ampia ansia dell'alba
    Svelata alberatura.

    Dolorosi risvegli.

    Foglie, sorelle foglie,
    Vi ascolto nel lamento.

    Autunni,
    Moribonde dolcezze.

    O gioventù,
    Passata è appena l'ora del distacco.

    Cieli alti della gioventù,
    Libero slancio.

    E già sono deserto.

    Preso in questa curva malinconia.

    Ma la notte sperde le lontananze.

    Oceanici silenzi,
    Astrali nidi d'illusione,

    O notte.

    1919

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:22
    MONOTONIA

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Fermato a due sassi
    languisco
    sotto questa
    volta appannata
    di cielo

    Il groviglio dei sentieri
    possiede la mia cecità

    Nulla è più squallido
    di questa monotonia

    Una volta
    non sapevo
    ch'è una cosa
    qualunque
    perfino
    la consunzione serale
    del cielo

    E sulla mia terra affricana
    calmata
    a una arpeggio
    perso nell'aria
    mi rinnovavo

    Valloncello dell'Albero Isolato, il 22 agosto 1926

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:23
    L'ISOLA

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da LA FINE DI CRONO



    A una proda ove sera era perenne
    Di anziane selve assorte, scese,
    E s'inoltrò
    E lo richiamò rumore di penne
    Ch'erasi sciolto dallo stridulo
    Batticuore dell'acqua torrida,
    E una larva (languiva
    E rifioriva) vide;
    Ritornato a salire vide
    Ch'era un aninfa e dormiva
    Ritta abbracciata a un olmo.

    In sé da simulacro a fiamma vera
    Errando, giunse a un prato ove
    L'ombra negli occhi s'addensava
    Delle vergini come
    Sera appiè degli ulivi;
    Distillavano i rami
    Una pioggia pigra di dardi,
    Qua pecore s'erano appisolate
    Sotto il liscio tepore,
    Altre brucavano
    La coltre luminosa;
    Le mani del pastore erano un vetro
    Levigato da fioca febbre.

    1925

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:24
    LA PIETA'

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da INNI



    1.

    Sono un uomo ferito.

    E me ne vorrei andare
    E finalmente giungere,
    Pietà, dove si ascolta
    L'uomo che è dolo con sé.

    Non ho che superbia e bontà.

    E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.

    Ma per essi sto in pena.
    Non sarei degno di tornare in me?

    Ho popolato di nomi il silenzio.

    Ho fatto a pezzi cuore e mente
    Per cadere in servitù di parole?

    Regno sopra fantasmi.

    O figlie secche,
    Anima portata qua e là...

    No, odio il vento e la sua voce
    Di bestia immemorabile.

    Dio, coloro che t'implorano
    Non ti conoscono più che di nome?

    M'hai discacciato dalla vita.

    Mi discaccerai dalla morte?

    Forse l'uomo è anche indegno di sperare.

    Anche la fonte del rimorso è secca?

    Il peccato che importa,
    Se alla purezza non conduce più.

    La carne si ricorda appena
    che una volta fu forte.

    E' folle e usata, l'anima.

    Dio, guarda la nostra debolezza.

    Vorremmo una certezza.

    Di noi nemmeno più ridi?

    E compiangici dunque, crudeltà.

    Non ne posso più di stare murato
    Nel desiderio senza amore.

    Una traccia mostraci di giustizia.

    La tua legge qual è?

    Fulmina le mie povere emozioni,
    Liberami dall'inquietudine.

    Sono stanco di urlare senza voce.

    2.

    Malinconiosa carne
    Dove una volta pullulò la gioia,
    Occhi socchiusi del risveglio stanco,
    Tu vedi, anima troppo matura,
    Quel che sarò, caduto nella terra?

    E' nei vivi la strada dei defunti,

    Siamo noi la fiumana d'ombre,

    Sono esse il grano che ci scoppia in sogno,

    Loro è la lontananza che ci resta,

    E loro è l'ombra che dà peso ai nomi.

    La speranza d'un mucchio d'ombra
    E null'altro è la nostra sorte?

    E tu non saresti che un sogno, Dio?

    Almeno un sogno, temerari,
    Vogliamo ti somigli.

    E' parto della demenza più chiara.

    Non trema in nuvole di rami
    Come passeri di mattina
    Al filo delle palpebre.

    In noi sta e langue, piaga misteriosa.

    3.

    La luce che ci punge
    E' un filo sempre più sottile.

    Più non abbagli tu, se non uccidi?
    Dammi questa gioia suprema.

    4.

    L'uomo, monotono universo,
    Crede allargarsi i beni
    E dalle sue mani febbrili
    Non escono senza fine che limiti.

    Attaccato sul vuoto
    Al suo filo di ragno,
    Non teme e non seduce
    Se non il proprio grido.

    Ripara il logorio alzando tombe,
    E per pensarti, Eterno,
    Non ha che le bestemmie.

    1928

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:25
    IL LAMPO DELLA BOCCA

    da DIALOGO
    - da UNGA'



    Migliaia d'uomini prima di me,
    Ed anche più di me carichi d'anni,
    Mortalmente ferì
    Il lampo d'una bocca.

    Questo non è motivo
    Che attenuerà il soffrire.

    Ma se mi guardi con pietà,
    E mi parli, si diffonde una musica,
    Dimentico che brucia la ferita.

    1966 - 1968

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:26
    INNO ALLA MORTE

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da LA FINE DI CRONO



    Amore, mio giovine emblema,
    Tornato a dorare la terra,
    Diffuso entro il giorno rupestre,
    E' l'ultima volta che miro
    (Appiè del botro, d'irruenti
    Acque sontuoso, d'antri
    Funesto) la scia di luce
    Che pari alla tortora lamentosa
    Sull'erba svagata si turba.

    Amore, salute lucente,
    Mi pesano gli anni venturi.

    Abbandonata la mazza fedele,
    Scivolerò nell'acqua buia
    Senza rimpianto.

    Morte, arido fiume...

    Immemore sorella, morte,
    L'uguale mi farai del sogno
    Baciandomi.

    Avrò il tuo passo,
    Andrò senza lasciare impronta.

    Mi darai il cuore immobile
    D'un iddio, sarò innocente,
    Non avrò più pensieri nè bontà.

    Colla mente murata,
    Cogli occhi caduti in oblio,
    Farò da guida alla felicità.

    1925

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:27
    IL PORTO SEPOLTO

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Vi arriva il poeta
    e poi torna alla luce con i suoi canti
    e li disperde

    Di questa poesia
    mi resta
    quel nulla
    d'inesauribile segreto


    Mariano, il 29 giugno 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:28
    GIORNO PER GIORNO



    "Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."
    E il volto già scomparso
    Ma gli occhi ancora vivi
    Dal guanciale volgeva alla finestra,
    E riempivano passeri la stanza
    Verso le briciole dal babbo sparse
    Per distrarre il suo bibmo...

    2.

    Or apotrò baciare solo in sogno
    Le fiduciose mani...
    E discorro, lavoro,
    Sono appena mutato, temo, fumo...
    Come si può ch'io regga a tanta notte?...

    3.

    Mi porteranno gli anni
    Chissà quali altri orrori,
    Ma ti sentivo accanto,
    M'avresti consolato...

    4.

    Mai, non saprete mai come m'illumina
    L'ombra che mi si pone a lato, timida,
    Quando non spero più...

    7.

    In cielo cerco il tuo felice volto,
    Ed i miei occhi in me null'altro vedano
    Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

    8.

    E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto!...

    10.

    Sono tornato ai colli, ai pini amati
    E del ritmo dell'aria il patrio accento
    Che non riudrò con te,
    Mi spezza ad ogni soffio..
    .
    11.

    Passa la rondine e con essa estate,
    E anch'io, mi dico, passerò...
    Ma resti dell'amore che mi strazia
    Non solo segno un breve appannamento
    Se dall'inferno arrivo a qualche quiete...

    12.

    Sotto la scure il disilluso ramo
    Cadendo si lamenta appena, meno
    Che non la foglia al tocco della brezza...
    E fu la furia che abbattè la tenera
    Forma e la premurosa
    Carità d'una voce mi consuma...

    13.

    Non più furori reca a me l'estate,
    Nè primavera i suoi presentimenti;
    Puoi declinare, autunno,
    Con le tue stolte glorie:
    Per uno spoglio desiderio, inverno
    Distende la stagione più clemente!...

    15.

    Rievocherò senza rimorso sempre
    Un'incantevole agonia di sensi?
    Ascolta, cieco: "Un'anima è partita
    Dal comune castigo ancora illesa..."

    Mi abbatterà meno di non più udire
    I gridi vivi della sua purezza
    Che di sentire quasi estinto in me
    Il fremito pauroso della colpa?

    17.

    Fa dolce e forse qui vicino passi
    Dicendo: "Questo sole e tanto spazio
    ti calmino. Nel puro vento udire
    Puoi il tempo camminare e la mia voce.
    Ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
    Lo slancio muto della tua speranza.
    Sono per te l'aurora e intatto giorno"

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:29
    FASE D'ORIENTE

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Nel molle giro di un sorriso
    ci sentiamo legare da un turbine
    di germogli di desiderio

    Ci vendemmia il sole

    Chiudiamo gli occhi
    per vedere nuotare in un lago
    infinite promesse

    Ci rinveniamo a marcare la terra
    con questo corpo
    che ora troppo ci pesa

    Versa, il 27 aprile 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:30
    DOVE LA LUCE

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da LEGGENDE



    Come allodola ondosa
    Nel vento lieto sui giovani prati,
    Le braccia ti sanno leggera, vieni.

    Ci scorderemo di quaggiù,
    E del male e del cielo,
    E del mio sangue rapido alla guerra,
    Di passi d'ombre memori
    Entro rossori di mattine nuove.

    Dove non muove foglia più la luce,
    Sogni e crucci passati ad altre rive,
    Dov'è posata sera,
    Vieni ti porterò
    Alle colline d'oro.

    L'ora costante, liberi d'età,
    Nel suo perduto nimbo
    Sarà nostro lenzuolo.

    1930

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:31
    DESTINO

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO




    Volti al travaglio
    come una qualsiasi
    fibra creata
    perchè ci lamentiamo noi?

    Mariano, il 14 luglio 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:32
    CROAZIA SEGRETA

    da NUOVE
    Roma, Harvard, Parigi, Roma, dal 12 aprile al 16 luglio 1969



    LE BOCCHE DI CATTARO

    Quando persi mio padre, nel 1890, e avevo solo due anni, mia madre
    accolse in casa nostra, come una sorella maggiore, una vecchia donna,
    e fu la mia tenerissima, espertissima fata.
    Era venuta tanti anni prima in Egitto dalle Bocche di Cattaro dove
    risiedeva, ma era per nascita più croata, se possibile, che non sia la
    gente delle Bocche.
    Lo stupore che ci raggiunge dai sogni, m'insegnò lei a indovinarlo.
    Nessuno mai si rammenterà quanto se ne rammentava lei, di avventure
    incredibili, nè meglio di lei le saprà raccontare per invadere la
    mente e il cuore d'un bambino con un segreto inviolabile che ancora
    oggi rimane fonte inesauribile di grazia e di miracoli, oggi che quel
    bimbo è ancora e sempre bimbo, ma bimbo di ottant'anni.
    Ho ritrovato Dunja l'altro giorno, ma senza più le grinze d'un secolo
    d'anni che velandoli le sciupavano gli occhi rimpiccioliti, ma con il
    ritorno scoperto degli occhioni notturni, scrigni di abissi di luce.
    Di continuo ora la vedo bellissima giovane, Dunja, nell'oasi apparire,
    e non potrà più attorno a me desolarmi il deserto, dove da tanto erravo.
    Non ne dubito, prima induce a smarrimento di miraggi, Dunja, ma subito
    il bimbo credulo assurge a bimbo di fede, per le liberazioni che sempre
    frutterà la verità di Dunja.
    Dunja, mi dice il nomade, da noi, significa universo.
    Rinnova occhi d'universo, Dunja.

    DUNJA

    Si volge verso l'est l'ultimo amore,
    Mi abbuia da là il sangue
    Con tenebra degli occhi della cerva
    Che se alla propria bocca lei li volga
    Fanno più martoriante
    Vellutandola, l'ardere mio chiuso.

    Arrotondìo d'occhi della cerva
    Stupita che gli umori suoi volubili

    Di avvincere con passi le comandino
    Irrefrenabili di slancio.

    D'un balzo, gonfi d'ira
    Gli strappi, va snodandosi
    Dal garbo della schiena
    La cerva che diviene
    Una leoparda ombrosa.

    O, nuovissimo sogno, non saresti
    Per immutabile innocenza innata
    Pecorella d'insolita avventura?

    L'ultimo amore più degli altri strazia,
    Certo lo va nutrendo
    Crudele il ricordare.

    Sei qui. Non mi rechi l'oblio te
    Che come la puledra ora vacilli,
    Trepida Gambe Lunghe?

    D'oltre l'oblio rechi
    D'oltre il ricordo i lampi.

    Capricciosa croata notte lucida
    Di me vai facendo
    Uno schiavo ed un re.

    Un re? Più non saresti l'indomabile?

    L'IMPIETRITO E IL VELLUTO

    Roma, notte del 31 dicembre 1969 - mattina del 1° gennaio 1970

    Ho scoperto le barche che molleggiano
    Sole, e le osservo non so dove, solo.

    Non accadrà le accosti anima viva.

    Impalpabile dito di macigno
    Ne mostra di nascosto al sorteggiato
    Gli scabri messi emersi dall'abisso
    Che recano, dondolo nel vuoto,

    Verso l'alambiccare
    Del vecchissimo ossesso
    La eco di strazio dello spento flutto
    Durato appena un attimo
    Sparito con le sue sinistre barche.

    Mentre si avvicendavano
    L'uno sull'altro addosso
    I branchi annichiliti
    Dei cavalloni del nitrire ignari,

    Il velluto croato
    Dello sguardo di Dunja,
    Che sa come arretrarla di millenni,
    Come assentarla, pietra
    Dopo l'aggirarsi solito
    Da uno smarrirsi all'altro,
    Zingara in tenda di Asie,

    Il velluto dello sguardo di Dunja
    Fulmineo torna presente pietà.

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:33
    C'ERA UNA VOLTA

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Bosco Cappuccio
    ha un declivio
    di velluto verde
    come una dolce
    poltrona

    Appisolarmi là
    solo
    in un caffè remoto
    con una luce fievole
    come questa
    di questa luna

    Quota Centoquarantuno, l'1 agosto 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:34
    CANTO

    da IL SENTIMENTO DEL TEMPO
    - da L'AMORE



    Rivedo la tua bocca lenta
    (Il mare le va incontro delle notti)
    E la cavalla delle reni
    In agonia caderti
    Nelle mie braccia che cantavano,
    E riportarti un sonno
    Al colorito e a nuove morti.

    E la crudele solitudine
    Che in sè ciascuno scopre, se ama,
    Ora tomba infinita,
    Da te mi divide per sempre.

    Cara, lontana come in uno specchio...

    1932

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:36
    A RIPOSO

    da L'ALLEGRIA
    - IL PORTO SEPOLTO



    Chi mi accompagnerà pei campi

    Il sole si semina in diamanti
    di gocciole d'acqua
    sull'erba flessuosa

    Resto docile
    all'inclinazione
    dell'universo sereno

    Si dilatano le montagne
    in sorsi d'ombra lilla
    e vogano col cielo

    Su alla volta lieve
    l'incanto si è troncato

    E piombo in me

    E m'oscuro in un mio nido

    Versa, il 27 aprile 1916

  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:37

    AMARO ACCORDO

    da IL DOLORE
    - da IL TEMPO E' MUTO



    Oppure in un meriggio d'un ottobre
    Dagli armoniosi colli
    In mezzo a dense discendenti nuvole
    I cavalli dei Dioscuri,
    Alle cui zampe estatico
    S'era fermato un bimbo,
    Sopra i flutti spiccavano

    (Per un amaro accordo dei ricordi
    Verso ombre di banani
    E di giganti erranti
    Tartarughe entro blocchi
    D'enormi acque impassibili:
    Sotto altro ordine d'astri
    Tra insoliti gabbiani)

    Volo sino alla piana dove il bimbo
    Frugando nella sabbia,
    Dalla luce dei fulmini infiammata
    La trasparenza delle care dita
    Bagnate dalla pioggia contro vento,
    Ghermiva tutti e quattro gli elementi.

    Ma la morte è incolore e senza sensi
    E, ignara d'ogni legge, come sempre,
    Già lo sfiorava
    Coi denti impudichi.

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    °°Jen Lindley°°
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    00 26/08/2005 16:44

    VEGLIA

    da L'ALLEGRIA - da IL PORTO SEPOLTO


    Un'intera nottata
    buttato vicino
    a un compagno
    massacrato
    con la sua bocca
    digrignata
    volta al plenilunio
    con la congestione
    delle sue mani
    penetrata
    nel mio silenzio
    ho scritto
    lettere piene d'amore.
    Non sono mai stato
    tanto
    attaccato alla vita.

    Cima Quattro il 23 dicembre 1915



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    00 06/03/2006 23:03
    ETERNO

    Tra un fiore colto e l'altro donato
    l'inesprimibile nulla



    [Modificato da Cavolina 06/03/2006 23.27]

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    Cavolina
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    00 06/03/2006 23:08
    TAPPETO

    Ogni colore si espande e si adagia
    negli altri colori

    Per essere più solo se lo guardi

    [Modificato da Cavolina 06/03/2006 23.28]

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    Cavolina
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    Sesso: Femminile
    00 06/03/2006 23:12
    NASCE FORSE

    C'è la nebbia che ci cancella

    Nasce forse un fiume quassù

    Ascolto il canto delle sirene
    del lago dov'era la città

    [Modificato da Cavolina 06/03/2006 23.28]

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    Cavolina
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    00 06/03/2006 23:25
    CASA MIA

    Sorpresa
    dopo tanto
    d'un amore

    Credevo di averlo sparpagliato
    per il mondo

    [Modificato da Cavolina 06/03/2006 23.28]

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    Cavolina
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    00 06/03/2006 23:27
    NOTTE DI MAGGIO

    Il cielo pone in capo
    ai minareti
    ghirlande di lumini

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    Cavolina
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    00 08/03/2006 10:05
    IN GALLERIA

    Un occhio di stelle
    ci spia da quello stagno
    e filtra la sua benedizione ghiacciata
    su quest'acquario
    di sonnambula noia

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    Cavolina
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    00 08/03/2006 10:08
    UNIVERSO

    Col mare
    mi sono fatto
    una bara
    di freschezza

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    Cavolina
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    00 08/03/2006 10:10
    SONNOLENZA

    Questi dossi di monti
    si sono coricati
    nel buio delle valli

    Non c'è più niente
    che un gorgoglio
    di grilli che mi raggiunge

    E s'accompagna
    alla mia inquietudine

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    Cavolina
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    00 08/03/2006 10:12
    SOLITUDINE

    Ma le mie urla
    feriscono
    come fulmini
    la campana fioca
    del cielo

    Sprofondano impaurite

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    Cavolina
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    00 08/03/2006 10:13
    DORMIRE

    Vorrei imitare
    questo paese
    adagiato
    nel suo camice
    di neve

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