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L'8 febbraio 1888 nasce ad Alessandria d'Egitto il grande poeta Giuseppe Ungaretti, da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini entrambi lucchesi.. ........

.......... In Brasile gli viene assegnata la cattedra di Letteratura Italiana presso l'Università di San Paolo, che terrà fino al 1942. Esce l'edizione compiuta del "Sentimento del Tempo".

Nel 1937 una prima tragedia familiare colpisce Ungaretti: muore il fratello Costantino, per il quale scrive le liriche "Se tu mio fratello" e "Tutto ho perduto", apparse successivamente in francese in "Vie d'un homme".
Da lì a poco, muore in Brasile, per un attacco di appendicite malcurato, anche il figlio Antonietto, di soli nove anni.
Rientrato in patria, è nominato Accademico d'Italia e gli viene conferito un insegnamento universitario a Roma per "chiara fama". Mondadori inizia la pubblicazione delle sue opere sotto il titolo generale "Vita d'un uomo".

Gli ultimi anni di vita del poeta sono intensissimi. E' eletto presidente della Comunità europea degli scrittori e tiene, come visiting professor presso la Columbia University, una serie di lezioni, stringendo fra l'altro amicizia con letterati e pittori beats del Village newyorkese.
Nella notte tra il 31 dicembre '69 e il primo gennaio '70 scrive l'ultima poesia "L'impietrito e il velluto". Torna negli Stati Uniti per ricevere un premio all'Università di Oklahoma. A New York s'ammala e viene ricoverato in clinica. Rientra in Italia e si stabilisce per curarsi a Salsomaggiore. Muore a Milano la notte tra l'1 e il 2 giugno.





L'ALLEGRIA

(1914 - 1919)



Ultime

Milano 1914 - 1915



ETERNO


Tra un fiore colto e l'altro donato

l' inesprimibile nulla





NOIA


Anche questa notte passerà

Questa solitudine in giro
titubante ombra dei fili tranviari
sull' umido asfalto

Guardo le teste dei brumisti
nel mezzo sonno
tentennare




LEVANTE


La linea
vaporosa muore
al lontano cerchio del cielo

Picchi di tacchi picchi di mani
e il clarino ghirigori striduli
e il mare è cenerino
trema dolce inquieto
come un piccione

A poppa emigranti soriani ballano

Aprua un giovane è solo

Di sabato sera a quest' ora
Ebrei
laggiù
portano via
i loro morti
nell' imbuto di chiocciola
tentennamenti
di vicoli
di lumi

Confusa acqua
come il chiasso di poppa che odo
dentro l'ombra
del
sonno



TAPPETO


Ogni colore si espande e si adagia
negli altri colori

Per essere più solo se lo guardi




NASCE FORSE


C' è la nebbia che ci cancella

Nasce forse un fiume quassù

Ascolto il canto delle sirene
del lago dov' era la città





Le poesie " Eterno", " Noia", "Levante", "Tappeto", "Nasce forse" sono tratte da:
Giuseppe Ungaretti, Vita d' un uomo,Tutte le poesie, L'Allegria, Mondadori editore, a cura di Leone Piccioni.

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Da L'ALLEGRIA

AGONIA

Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato




le altre poesie sono tratte dal seguente forum:

http://www.la-poesia.it/italiani/fine-1900/ungaretti/GU_indice.htm




FIORE-------Maria Antonietta

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Gesù

[Modificato da fiordineve 27/12/2004 2.28]

[Modificato da fiordineve 11/02/2005 2.59]

[Modificato da fiordineve 09/06/2005 17.38]



[Modificato da Raggio di Sole21. 06/12/2009 11:05]