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Se io fosse Caron dimonio
ed alta virtude avria d'oltrepassar la soglia,
scenderei agl'ìnferi .
Occulto al gran demone, spezzerei catene
e gravami ai tristi dannati languenti,
e con voce tal che giunga
fino all'infimo pozzo, griderei loro:
“lasciate, miseri, questi orrendi luoghi,
le vostre colpe son pur grevi
ma lievi sono a paragon di quelle
che questo secol feroce vide .
Salite al sommo dunque,
a ricalcar la terra che patria vi fu
nella passata vita”.
Giunte che fosser quest'anime dolenti,
loro mostrerei l'orror dei tempi nuovi.
Stragi, nefandezze, odi,
tali che mai nessun mortale vide,
in tal misura che nessun girone infernal
n'avria capienza.
A loro direi:
“ben più meritevoli dei vostri supplizi
sono gli artefici di tanto danno,
lasciate dunque a loro i ceppi e le catene,
onde il gran demone,
possa trovar per loro
conveniente scanno”.

Se io fosse Caron dimonio