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Canta, canta o cuore gagliardo

tra lontane vette sperdute,
in radure dimenticate e nascoste,
sotto chiome lambite dal sole,
una fonte cristallina si specchiava nel cielo profondo.

Canta, canta o cuore gagliardo

un circolo di ninfe vi danzava,
gorgheggiando dolci melodie,
facendo a gara con piccoli merli.
I loro occhi preziosi scintillavano sorridenti
più dell'oro sfavillante, più limpidi del cielo montano.
I crini selvaggi di mille colori turbinavano, mescolando
miele a nero di corvo e bruno di quercia a rame,
seguendo il moto di correnti poderose
e del rapido vento,
sfioravano le piccole caviglie aggraziate che
avanzavano scattanti a ritmo di una musica silente.

Canta, canta o cuore gagliardo

La loro pelle, calda, vellutata come una pesca,
di cento sfumature differenti,
modulava note gioiose
a contatto con i flutti di diamante.
E che labbra sognanti! Baciavano fiori
delicati, quasi a carpirne l'essenza,
mentre colmavano il petto grazioso di dolce profumo,
e le gote rapivano il rossore alle rose più sgargianti.

Canta, canta o cuore gagliardo

quelle labbra virginee eppur così ardenti
e passionali, frutto da spiccare, che ti fecero
rimescolare il sangue come piombo fuso,
strozzarono ogni suono nella tua gola,
ti fecero fuggire, fringuello confuso, sconvolto, atterrito,
canta ora, è tutto finito.





Auguri a tutte le donne
[Modificato da PastorErrante 08/03/2017 18:17]


...

"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia