00 21/02/2017 07:45
L’ARDIR VANO

L'ardir vano non cavalca la Parola,
Arte non frutta da vacua mia promessa,
lagrima costa idea che vien ma cessa
Poesia guarda, mi dileggia, ride e vola.

Sol ch'io potessi toccare le sue ali
profitterei di ciò che puote il Verso
sorvolerei le folle dei mortali
per regalar un Ciel ch'ormai s'è perso.

Racconterei d'un giorno in riva al mare
col suo profumo, e sale e sabbia e sole
gote arrossate, e il lento mio affogare
in un trepido vagar asciutto di parole.

Or già ritorna, rimanendo pur lontana
Sembianza ferma che corre nei pensieri
increspa un mar svuotato di velieri
con flutto caldo, al par di cosa umana.

Nulla si può di ciò che non si spera
niente si vince, se non dopo battaglia
e mi dibatto, a pugnar senz’arte vera
per meritar lo sguardo suo come medaglia.

Si mostri, ordunque, avvicini le mie mani,
sì che ‘l calor del bronzeo seno io oggi senta
non più bellezza che una foto render stenta
ma Verità, che giammai più mi si allontani.