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Debole il tuo sussurro
Si confonde con la brezza della prima mattina.
Oggi sei questo e la tua quiete
mi trattiene, ipnotizzato, al tuo cospetto.
E come ogni giorno Ti ascolto.
Grandi imprese di uomini impavidi
che padroni del tuo regno si proclamavano,
capitolando miseramente
al’assolo della tua ira,
fintanto che di loro
solo il ricordo rimase ai restanti in lacrime.
Altre storie mi racconti,
di lontani paradisi,
dove il sole e poi la luna
si dilettano coi colori ad infuocare l’orizzonte.
Ed io ti ascolto.
Perché di vita sei maestro
e mi lascio trasportare verso il tuo gelido abbraccio.
Un’ ancestrale dimensione
come un bimbo dentro il grembo
e vorrei fissar per sempre
questo istante di emozione.
Ora basta, chiedo troppo,
il mio corpo vuole aria, devo uscire con l’affanno
ma mi giro e mi prenoto per un nuovo appuntamento.