La notte insonne di un clochard

Scusate, arrivo fuori tempo massimo ma non potevo esimermi dal consegnare il compitino anche se l'inchiostro si è tramutato in sudore e mi vergogno per il risultato:
ma 'ste figure retoriche chi l'ha inventate?



La notte insonne di un clochard


Taccio perdendo il conto delle stelle
mentre le stelle parlano di me;
in sillabe di luce sulla pelle
dipingono nel sogno chi non c'è.

Gentile insonnia china sul mio petto
mi benda le ferite con la luna,
il mio dolore tratta con rispetto
e un filo d'alba insinua nella cruna

dell'ago con cui cuce la speranza
che questo cuore, ricco poveraccio,
sia primo ballerino in una danza
e non clochard che trema lì all'addiaccio.

Ma non c'è orchestra, tace anche il violino
tra le gelate dita di un Pierrot,
e ingoio l'ultimo bicchier di vino,
non so domani io cosa farò






chiasmo => primi due versi
sinestesia => terzo e quarto verso
eufemismo => quinto verso
disfemismo => decimo verso
metonimia => tredicesimo e quindicesimo verso


Ci avrò imbroccato?

bravA ma avrei messo la cruna dell ago sulla stessa riga

Non potevo altrimenti addio ritmo dei versi e addio rima

questo "espediente" si chiama "enjambement":

www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/E/EN/enjambement.html?q_search=enj...


"L'enjambement è evidentemente un elemento che contribuisce a determinare il ritmo di una poesia; si verifica quando due parole della stessa frase che dovrebbero stare saldamente unite, vengono spezzate tra la fine di un verso e l'inizio di quello successivo. Divide solitamente gruppi sintattici come sostantivo e attributo, soggetto e predicato, predicato e complemento oggetto, sostantivo e complemento di specificazione, copula e predicato nominale ecc."

Rosy.S, 30/04/2015 17:37:

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Non potevo altrimenti addio ritmo dei versi e addio rima

questo "espediente" si chiama "enjambement":

www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/E/EN/enjambement.html?q_search=enj...


"L'enjambement è evidentemente un elemento che contribuisce a determinare il ritmo di una poesia; si verifica quando due parole della stessa frase che dovrebbero stare saldamente unite, vengono spezzate tra la fine di un verso e l'inizio di quello successivo. Divide solitamente gruppi sintattici come sostantivo e attributo, soggetto e predicato, predicato e complemento oggetto, sostantivo e complemento di specificazione, copula e predicato nominale ecc."

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grazie non lo sapevo

30 aprile mi sembra sì magari al limite ma niente affatto fuori tempo massimo
e poi è bellissima, cosa vuoi di più
mi ricorda le tue sillogi e i tuoi amati porti livornesi, bellissima suggestione :)

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e un filo d'alba insinua nella cruna

dell'ago con cui cuce la speranza

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->la cruna
dell'ago ->
direi è perfetta, dici che è un espediente ma è un espediente molto usato in poesia (e anche in musica)
se fosse un valzer, non ti meraviglieresti dell'accento su crúna e anzi, dato che gli acapi dei versi servono alla musicalitá (che appunto anche in poesia nasce danzante), misura il passo su crúna, conta la sospensione di voce (semipausa) dell'acapo e vedrai che dell'ago entra in modo mirabile, con un passo quasi scivolato, posso immaginare una piroetta

c'è poi anche la connessione logica:
un filo ... insinua nella cruna
dell'ago con cui cuce ...
l'ago è visivamente e logicamente connesso alla cruna, ma anche troppo direi
e invece qui la connessione logica è con cuce, è proprio l'ago con cui cuce, non un altro
che sia fisicamente separato dalla cruna va benissimo, si sottolinea il legame parallelo della cruna con il filo d'alba (che in realtà dobbiamo immaginarlo come un filo di luce).

davvero bellissimo =)


PS
(ma in ogni caso il taglia-e-cuci sono un tuo coinema imprescindibile, vero? ;) )

@ sì, Viola, va bene anche l'ultimo giorno del mese ma magari tutto il lavoro al fine di stabilire la classifica era stato fatto ed io ho aggiunto altro lavoro, ma questo mese davvero mi è stato corto e veloce... neanche fosse febbraio.

@ bello che ti sia rimasto in mente il mio amatissimo golfo... Sai, pur essendo la mia regione di origine bagnata da due mari, la prima volta che vidi il mare avevo undici anni, in colonia a Maratea, e rimasi folgorata da tanta bellezza! Ci volevano le coste livornesi per non farmi rimpiangere troppo quel paradiso

@ ti/mi domandi: "ma in ogni caso il taglia-e-cuci sono un tuo coinema imprescindibile, vero?"
Oh, sì, ma... anche questo sai? Ero molto ambiziosa da bamina: volevo fare la sarta! E ho imparato da sola

@ Felice che ti sia piaciuta e... hai trovato proprio il filo giusto.

Grazie!