Re:
Raggio di Sole21., 13/11/2009 21.25:
IL MAI PIU'
Il termine ridotto
all' incredibile, con
tutti i suoi sospesi
rimorsi e sottintesi. Un
punto fermo al
resto che si muove,
pensato e ripetuto
pronunciato
come dato impossibile:
"Mai più".
Per ciò
che si poteva
e che non fu.
Paolo Ruffilli, Les choses du monde/ Le cose del mondo, edizione L'Arbre à paroles -Amay, 2007
Laura.
Ehmm... l'animo del giornalista di provincia che scrive in colonna lo si nota
Da come scrive mi pare voglia dire "Mai più" alla poesia e già che ci siamo anche al linguaggio (ritorni a capo casuali, punti casuali, periodi scorretti che perdono senso).
.
Ascolta la lettura cliccando qui:
Mai più
La difficoltà della pur brava lettrice di rimanere in un ritmo poetico è notevole ma risulta vana.
Grazie per avermelo indicato così saprò evitare i suoi scritti.
Molto meglio su tale argomento trovo l'intramontabile Eugenio:
Non chiedeteci la parola
di Eugenio Montale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
[da Ossi di seppia, 1925]
Giancarlo