a Gabriele Moreno Locatelli
Il ponte ha perso gli uccelli: molto meglio la fame che le sparatorie. Sul ponte non passano fratelli: le pietre scheggiate dai colpi non serberanno più memorie di graffiti d’innamorati e di frasi d’amore. Ma su quel ponte avanza una bandiera con la scritta “Mir – Pace” .
Una bandiera libera e leggera, fiera tra le canne dei fucili, per zittire la guerra e, per un solo istante, che non sembra vero, il mortaio tace, meravigliato.
E’ forte e fragile Gabriele, di certo un temerario, un eroe di altri tempi.
Non è un pacifista sedentario Gabriele. E’ forte come possono esserle le persone sole; è fragile come chi cerca aiuto; temerario sebbene la vampa degli spari lo accechi…
Non è stato per caso attraversare quel ponte. Bisognava sventolarla la bandiera. Era necessario quel passo, proprio lì, su quel ponte di frontiera.
E quando l’aria è stata scossa da una traccia lucente, regalo di un cecchino pronto al tiro, la bandiera è crollata sulla pietre e la pace, anche stavolta, è stata assassinata.
Il ponte ha ritrovato il silenzio e resta barriera d’una sporca guerra.
Che sia live la terra per tutti i costruttori di pace!
Erediteranno, alla fine, questo mondo!