OMBRE DI GUERRA

OMBRE DI GUERRA


Rassegnati deserti osservano impotenti
le vie del cielo squarciate da gridi di morte,
di chiodi conficcati nel cuore di oasi perdute.

Mille e una notte non più canta
la grande Bagdad - Dio[ha]dato-
piange per i figli che non hanno voce
che in terre più lontane migrano il dolore.

Sudario di guerra si stende impietoso
sul volto di un kamikaze
che nessun Dio ha mai voluto.

La Grande Croce riappare ad oriente
e le ombre del tempo
non vedono più luce.

un argomento così complesso, suscita delle emozioni contrastanti.
La domanda fondamentale, però, è questa: come si può andare incontro alla morte e provocarne tante altre?

Miki, grazie per questa poesia che ci ha fatti riflettere profondamente.

Ciao.



Gloria,
" come si può andare incontro alla morte e provocarne tante altre? "
(... e tante altre innocenti).

Solo l'estremismo umano più cattivo può ammazzare della gente inerme in un atto terroristico sicuramente deprecabile. Ma inconcepibile, per me, rimane quel genitore che incoraggia e convince il figlio a farlo in nome di un dio.
Quel genitore a me ripugna.
Ciao

Giancarlo

Bella, decisamente bella. La prima terzina guida già il lettore alla scoperta del tema generale, una terzina strutturata su versi doppi -i primi due- ed eccedenti - il terzo-. Già la sua natura versale attira a sé il lettore ma, ancor di più quelle "vie del cielo squarciate da gridi di morte", Ciò che era prima una meraviglia che aveva il suo cuore nella cultura letteraria raffinata delle "Mille e una notte" ora è morte ed estremismo.
Formalmente uniformerei un po' di più i versi della prima quartina.
Piaciutissima.



Laura.