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Ornella

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2010 12:06
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ORNELLA

L'ora delle visite era appena finita. “ Nemmeno oggi è venuta!”, pensai. In un angolo della stanza, Alberto rannicchiato con la testa china fissava il pavimento. “ Alberto, vieni che leggiamo una bella storia...”, chiesi, nessuna risposta. Erano giorni che la mamma non veniva a trovarlo ed oggi speravo anche io lo facesse!. Con gli occhi fissi alla finestra capii che era inutile, non sarebbe venuta! Sentii il suo sguardo addosso, gli occhi imploranti diventarono lame conficcate nel cuore. Senza dire nulla lo abbracciai e lo tenni stretto al mio cuore. Gli sussurrai “ Mamma ti vuol bene, sono sicura che domani verrà!” Era quasi il tramonto, con un indirizzo in mano percorrevo strade sconosciute. Era il centro storico della città, vie, viuzze, angoli strani balzavano agli occhi, ma non me ne curavo. Avevo chiesto a Melania di accompagnarmi in questa impresa.. Per strada non c'era nessuno, si sentiva chiaramente il rumore dei nostri passi. Il tramonto era alla fine ed il cigolio di qualche saracinesca che si chiudeva alle nostre spalle significava che la sera era prossima. Svoltato l'angolo appoggiati al muro due tipi strani mi fecero sobbalzare, ma non era la paura che in quel momento mi turbava, ma l'assillante desiderio di trovare la mamma di Alberto, Non era luogo, certo per due ragazze sole solette. Ma ero decisa ad andare avanti. “Che cercate? ”, disse uno dei due, che con lo sguardo curioso ci rivolse la parola. In quel momento il mio sguardo si posò sul nome della via. Con un sospiro di sollievo e con una certa sicurezza risposi “ Abbiamo trovato quello che cercavamo grazie” E ci avviammo per trovare il numero esatto. Eravamo cosi intenti che non ci accorgemmo che quei due ci seguivano. Arrivati all'altezza esatta, ci trovammo davanti ad un uscio chiuso, senza ombra di luce, suonammo ripetutamente...nulla! Una voce alle spalle” Se cercate Ornella è dentro”, l'altro “ Ma siete assistenti sociali?”, con tono sarcastico! “Calma “, mi dissi. Stavo per rispondere quando forse per fortuna, qualcuno aprì la porta accanto e con fare educato disse“ No, cercano me, andate e lasciate perdere!”, poi rivolto a me “ prego entrate, accomodatevi!”. Ci guardammo, non avevamo scelta, in un lampo dovevamo fare una scelta. Senza esitare accettai l'offerta. La stanza era in semioscurità in un attimo mi guardai intorno, intanto sentivo i passi fuori che si allontanavano. Angelo era una persona buona, lo capii dallo sguardo, conosceva Ornella ” C'è stata una retata giorni fa nel quartiere. Tu sei Silvana?”, sapeva il mio nome, pensai. Prese un pacchetto dallo scaffale della vetrina e me lo diede,” Doveva portarlo ad Alberto, giorni fa....ma poi...” Rimasi senza parole, guardai Melania, eravamo sorprese. Senza dire nulla tenni quel pacchetto stretto fra le mani..”La prossima volta ti porterò un bel regalo”, avevo in un lampo ricordato le ultime parole di Ornella e gli occhi pieni di luce di Alberto. Un leggero rumore mi riportò alla realtà, una macchina si fermò, ebbi un sobbalzo, la porta si aprì “ Mio figlio vi accompagna a casa” disse Angelo. Salutandomi mi diede un biglietto con il suo numero di cellulare, “ E' più sicuro che mi chiami per sapere la prossima volta!”. Un colloquio fatto di silenzi, sguardi, accenni, congedi senza aver bisogno di sprecare parole. Avrei voluto chiedere diverse cose, ma con fare molto sicuro non me ne diede il tempo! Bastò solo uno sguardo che Gino, il figlio, capì che era ora di andare. E senza fiatare salimmo in macchina. Un po' di domande accorsero a perdifiato nella mia mente. “ Abbiamo fatto bene? Chi è Gino? Il figlio? Con un po' di tensione e senza possibilità di scelta cercai di pensare ad altro. Ad un tratto la macchina si fermò, un gruppo di persone la bloccarono di colpo. Era in atto una lite. .Melania sussurrò “ Ho paura”, le strinsi la mano per darle coraggio, ma dentro di me..un brivido. Senza dire una parola “ State tranquille, se non lo pestano a dovere non si fermano” disse Gino con voce pacata.” Che sarà successo?” gli chiesi. “ Non fate domande è meglio! “ disse Gino. Un silenzio assordante mi bloccò la mente, sentivo il calore della mano di Melania ed un sguardo puntato addosso dallo specchietto. Attimi percepiti come anni di vita. Avrei voluto avvisare qualcuno, ma ero sicura che Gino non melo avrebbe permesso. Con una mano alla maniglia dell'auto, l' altra a Melania fui tormentata sul da farsi. Quegli occhi non mi davano scelta e poi cercavo di mettere a fuoco qualche cabina telefonica nei dintorni , nemmeno una! Poco dopo attraversammo quei vicoli ormai bui, adesso popolati da gruppetti di persone. Un brivido mi percorse la schiena. Ragazze, prostitute aspettavano i clienti, ragazze come Ornella che dietro hanno una storia, dei sentimenti. Alcune scelgono questa strada, altre vi sono costrette. Una realtà che va avanti da secoli. Una realtà che deve far riflettere.
Ornella, ragazza sposata, il marito in carcere, vuole bene al suo bambino, Alberto, avrebbe voluto tenere il figlio, ma preferisce tenerlo lontano. Spera che lui si salvi. Una ragazza rimasta intrappolata, non riesce ad allontanarsi da quella vita. A volte la paura di essere picchiata, maltrattata costringe a questo. Ornella è simbolo di una realtà che esiste e che miete purtroppo vite umane, colpisce soprattutto i bambini che privati dall'amore materno, amore insostituibile, restano con un vuoto dentro per sempre.

Lia



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27/04/2010 13:18
 
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Una storia che lascia l'amaro in bocca: una realta' triste che coinvolge tantissime persone che vivono ai margini della societa'. Molto avvincente come racconto senza una conclusione e senza un briciolo di speranza. [SM=x142922]


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Giovanna
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28/04/2010 12:06
 
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Grazie Giovanna
Una storia davvero crudele ma vera..esistono e si fa il possibile
per aiutare molti di essi a venirne fuori.
A volte si riesce a volte no!
Vite importanti che vengono buttate al vento e calpestate senza ritegno.
E' un mondo crudele
grazie per leggermi un saluto con stima
Lia
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