Boccioli di ciliegio su di un albero.
Tu, che or’ cammini sulle nuvole;
Che scivoli su quei arcobaleni cosi irraggiungibili.
Ora, puoi assaporare le nuvole,
dormir adagiato su di esse,
riscaldato da una stella.
Tu, Che or vivi nell’eterna gioventù;
Puoi toccar il sole e non scottarti,
e volteggiar sulla Luna.
Tu, che scendi in neve e in pioggia,
or che puoi toccar le vette più alte;
Il Cielo è solo un dito sotto te.
Tu, che or sei Angelo,
Volteggi in quest’aria intorno a me,
intorno al mondo.
Proteggendoci.
Tu:
che or sei, Angelo.
Leggendo questa poesia mi scontro con dei punto e virgola che mi sembravo utilizzati come fossero delle normali virgole a delimitare un'incisa. Poi trovo anche delle maiuscole che, a mio avviso, dovrebbero essere normali minuscole. Questo mi comporta dell'incertezze sulle tonalità in lettura.
Consiglierei togliere anche quella ripetizione nel finale che, a mio avviso, non giova alla poesia.
Poi penso che il tuo amico certamente da lassù saprà leggere con meno rigore il tuo cuore e ne sarà contento.
Un applauso
Giancarlo
[Modificato da Cobite 28/03/2010 07:18]
- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)