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Dakkar (I)

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 16:03
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09/02/2010 10:24
 
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Era un bel pò che non scrivevo sul forum...nel frattempo ho scritto altri racconti, ne condivido uno con voi :

DAKKAR

[...]

<< Tatì ? >>

<< Ti ho detto mille volte che il mio nome è Tàti, ragazzina. Cosa c'è ? >>

<< Possiamo portarla con noi, Tatì ? >>

Tàti osservò la bambina, di forse quattro, cinque anni che Dakkar teneva per mano.

<< No, non possiamo. La porteremo alla città più vicina. Lì qualcuno si occuperà di lei.>>

<< Perchè ? Portiamola con noi ! Lì nessuno le vorrà bene. >>

<< Non possiamo portarla con noi, Dakkar, lo sai. Ora dobbiamo andare. Chi ha compiuto questo massacro potrebbe essere ancora nei paraggi.>>

<< Non ce ne andiamo, Tatì, se non mi prometti che la porteremo con noi ! >> Dakkar si sedette per terra, in mezzo alle macerie del villaggio distrutto.

<< Bene, come vuoi. Rimani qui e fatevi uccidere tutte e due. Io riprendo il viaggio.>>

Tàti si voltò, e fece qualche passo.

<< Sei uguale a tutti gli altri, Tatì. Tu non vuoi bene a nessuno, neanche a me. Vattene, non voglio più vederti. So cavarmela da sola. >>

Tàti si fermò. << E' vero, ragazzina. Io non voglio bene a nessuno. L'unica persona cui volevo bene è morta.

Va bene, quella bambina verrà con noi... per il momento. Una volta in città decideremo cosa fare. Va bene così ? >>

<< No, Tàti. Devi promettere che ti occuperai di lei, come ti occupi di me. >>

Tàti si avvicinò rapidamente a Dakkar, e le indicò il villaggio distrutto in cui si trovavano. C'erano cadaveri ovunque.

<< C'e una guerra in corso, Dakkar. Vedi queste persone morte ? Vuoi fare la loro fine !?! >>

Dakkar guardò Tàti, con gli occhi lucidi.

<< Tu non sei affatto buono, Tatì. Vorrei non dover venire con te. Quando sarò capace di reggere una spada, me ne andrò, e non vorrò vederti mai più. >>

<< Bene. Ma fino a quel momento sarò io a badare a te, ragazzina. Hai solo dodici anni, e non sopravviveresti un giorno in queste terre. >>

La scena svanì dalla mente di Tàti.

Si svegliò di soprassalto, con il pugnale stretto nella mano. Era steso su un giaciglio, in una stanza dalle pareti di legno.

Una stanza che ondeggiava... era su una nave.

Dakkar dormiva a pochi metri da lui.

"... E' così difficile adempiere al giuramento che ti ho fatto... Shalafi."

Salì i gradini che lo separavano dall'esterno, e giunse sul ponte della nave.

Era notte, e Tàti si soffermò a guardare il cielo stellato.

<< Arriveremo al porto di Olimpia fra poche ore, straniero. Sarai contento di tornare a casa. >> Vicino a lui, uno dei marinai, con cui aveva già avuto occasione di parlare.

<< Si, certo... sono stanco, ho un gran desiderio di rivedere il mio lago...>>

<< Vivi sul lago di Esperia, straniero ? Dicono sia molto bello. Io non l'ho mai visto.>>

<< Si, è un buon posto per vivere.>>

<< Cosa ha portato te e quella ragazza ad andare a FlameBlade ? A proposito, il mio nome è Yozan. >>

<< Io sono Tàti, Yozan. Mia sorella, Dakkar, si era trasferita lì qualche tempo fa. Ma è diventato troppo pericoloso vivere oltre i confini dell'impero, così l'ho raggiunta per riportarla a casa. >>

<< Si, sospettavo che si trattasse di tua sorella... era troppo giovane per essere la tua compagna, e non poteva essere tua figlia. Perdonami se sono così invadente, ma il viaggio è stato lungo, e siete gli unici passeggeri. >>

<< Non preoccuparti, Yozan. Mi fa piacere fare due chiacchiere con te. >>

<< Oramai la guerra incombe... il regno di FlameBlade ha cessato ogni trattativa con i separatisti, e tempo un mese e scorrerà il sangue, puoi giurarci, Tàti. >>

<< Lo so, Yozan... lo so.>>

"Sangue... ancora sangue. Sulle mie mani.

Io non sopporto la vista del sangue.

Soprattutto quando sono stato io a versarlo."

<< Mi hai sentito, Tàti ? >>

<< Scusami, Yozan. Cosa hai detto ? >>

<< Il sole sta sorgendo. Presto si potrà vedere il porto imperiale di Olimpia.>>

<< Ti ringrazio, Yozan. Ora torno dentro, mia sorella si sveglia sempre ai primi raggi del sole.>>

<< Ti chiamerò quando attraccheremo, Tàti. Buona fortuna.>>

<< Anche a te, Yozan.>>



Dakkar stava per svegliarsi. L'aveva osservata altre volte mentre dormiva... oramai la conosceva da quattro anni.

Tàti sentì una fitta al braccio, là dove il giorno prima era stato ferito. Ma non si lamentò, si sedette vicino a lei e attese.

Dakkar aprì gli occhi.

<< Tàti ? >>

<< Si, sono io, Dakkar. >>

<< Dove siamo, Tàti ? Che ci fai qui ? >>

<< Siamo su una nave, Dakkar. Fra poco arriveremo a Olimpia. >>

<< Olimpia ? >> Dakkar si levò a sedere, confusa.

<< Si, Dakkar. Lo so che ricordi ben poco... qual'è l'ultima cosa che ricordi ? >>

<< ... ero in città, a FlameBlade. Io e i miei compagni ci trovavamo nel castello, quando si è sentita quella grande esplosione...>>

<< Che altro ricordi, Dakkar ? >>

<< ...Quegli uomini... con il volto coperto da una maschera... erano armati con delle mazze... hanno iniziato a colpire i miei compagni... noi eravamo disarmati.>>

<< Perchè non sei scappata, Dakkar ? >>

<< Non potevo lasciarli... anche se ero disarmata. Li ho affrontati. Ne ho colpiti due. Poi ricordo solo un grande dolore alla testa.... >>

<< Si, non volevano uccidervi. Vi hanno rapito. >>

<< Rapito ? Ma chi erano quegli uomini, Tàti ? E dove sono i miei compagni, ora ? >>

Tàti chiuse gli occhi. I raggi del sole nascente entrarono attraverso l'oblò della cabina.

<< Mi dispiace, Dakkar. I tuoi compagni sono morti. Non ho potuto salvarli. >>

<< Morti ? >>

<< Ma come ? >>

<< Non è vero ! >>

<< Dobbiamo tornare indietro, dobbiamo salvare anche loro ! >>

<< E' troppo tardi, Dakkar... mi dispiace, davvero... non c'è più niente da fare.>>

<< Perchè non hai salvato anche loro ? Erano miei amici ! Dovevi salvare anche loro ! >>

<< Se avessi potuto, l'avrei fatto. Sono stato a un passo dalla morte, per riuscire a salvare te. Io sono solo un uomo, Dakkar...>>

Dakkar iniziò a piangere.

Tàti la prese fra le braccia.

"Piangi pure, piccola. Piangi quanto vuoi. Sei ancora viva. Ai morti penseremo dopo."



Yozan aprì la porta della cabina. << Siamo arrivati, Tàti. Siamo a Olimpia.>>

<< Ti ringrazio, Yozan.>>

<< Ma vedo che la tua principessa si è svegliata ! >> Yozan sorrideva. << Hai dormito tutto il tempo, ragazza. Tuo fratello ti ha portata in braccio sulla nave, ma ora puoi scendere con le tue gambe ! >>

Dakkar era in un angolo della cabina, e fissava il vuoto.

<< Andiamo, Dakkar. Siamo arrivati. >>

Le prese la mano, e la guidò fino sul molo.



[...]



<< Questa è Olimpia, Tàti. >>

<< Non ho mai visto una città tanto grande, maestro ! >>

Juza sorrise. << Tu non hai mai visto una città, Tàti. La capitale è molto più grande.>>

<< Davvero, maestro ? E' meraviglioso ! E' lì che siamo diretti, alla capitale ? >>

<< Si, Tàti. O almeno ci passeremo. C'è un posto, lì, dove dobbiamo andare. Un tempio. >>



[...]



<< Tàti ? >>

<< Si, Dakkar ? >>

<< Sei ferito, Tàti. E' inutile che cerchi di nascondermelo. Ti hanno ferito a un braccio. >>

<< Si, Dakkar, sono ferito. >>

<< Vieni, cerchiamo un guaritore. >>

<< Non abbiamo tempo, Dakkar. Non è una ferita grave. >>

Dakkar esitò...

<< Qualcuno ci segue, Tàti ? >>

<< Si, Dakkar. Ma non dobbiamo preoccuparci. Non vuole ucciderci. >>

<< Cosa vuole, allora ? >>

<< Vuole assicurarsi che consegnamo una busta a una persona che vive qui a Olimpia. >>

<< Una busta ? Ora basta, Tàti. Voglio che mi racconti ogni cosa. >>

<< Si, lo farò, Dakkar. Una volta che quell'uomo se ne sarà andato. Siamo arrivati. >>

Si trovavano davanti all'ingresso di un tempio.

Dakkar esitò di nuovo. << Questo è un tempio di Asaph, Tàti. Non sei mai voluto entrare in un tempio della chiesa imperiale, neppure per accompagnare me.>>

<< Lo so. Farò un'eccezione.>>

Entrarono nel tempio, e Tàti lo attraversò rapidamente. Giunto nel chiosco laterale, Tàti individuò un chierico con le insegne di Asaph. Le sue vesti lo identificavano come un sacerdote minore. Tàti gli si avvicinò.

<< Consegnala al gran sacerdote. Un'offerta per il tempio.>>

<< Ti ringrazio, fratello. Vuoi che riferisca al gran sacerdote il tuo nome ? >>

<< No, padre. Non ce n'è bisogno.>>

<< Che Asaph ti benedica, fratello.>>

Tàti si allontanò senza dire altro.

Quando si trovò nei pressi dell'uscita, vide che Dakkar si era fermata e stava inginocchiata su una panca.

Pregava.

Tàti stava per avvicinarsi... poi si voltò e uscì dal tempio.

Quando fu di nuovo all'aperto, cercò con lo sguardo fra la folla, finchè il suo sguardo non si incrociò con quello di un altro uomo.

Era un uomo alto, molto alto... e muscoloso. Portava una spada alla cintura e indossava un'armatura di cuoio.

Un guerriero.

I due si osservarono per qualche istante, poi il guerriero sparì di nuovo nella folla.



Tàti scese le scale del tempio, e raggiunse un giardino poco lontano. C'era un piccolo cerchio di colonne azzurre, e Tàti entrò al suo interno e si inginocchiò.

"Ti ringrazio per avermi aiutato a salvare la vita di Dakkar. Non ce l'avrei fatta senza il tuo aiuto.

Ti chiedo perdono per il sangue che ho versato. Ma non ho spento nessuna vita che tu hai generato.

Continua a vegliare su Dakkar... e su di me."



Pochi minuti dopo, Dakkar lo raggiunse nel giardino.

<< Sapevo di trovarti qui, Tàti. Ora devi raccontarmi cos'è successo. >>

<< Vi hanno rapito, Dakkar. I separatisti. Il loro piano era di uccidervi tutti come rappresaglia. Io ero appena arrivato a FlameBlade, e sono arrivato al castello poco dopo che se n'erano andati. Ho trovato le loro tracce e sono giunto nel loro nascondiglio fuori città. >>

Dakkar attese impaziente che continuasse.

<< ... quando ho capito che non c'era speranza di salvarti con un'irruzione, nè avevo tempo di cercare aiuto, ho trovato un membro della gilda dei ladri di FlameBlade. Lui mi ha portato dai separatisti.

Ho finto di voler entrare fra le file dei ribelli. Loro mi hanno portato dal loro capo, e lui mi ha interrogato a lungo... sospettava fossi una spia, dei regnanti o degli imperiali.

Il mio contatto della gilda mi ha aiutato di nuovo. A quanto pare avevano bisogno di un imperiale per una certa missione... così li ha convinti che potevo aiutarli.

Quando finalmente si sono convinti, lo hanno ucciso... non gli serviva più.

Hanno detto che dovevo portare una busta al sommo sacerdote del tempio di Olimpia. Uno dei loro alleati in città si sarebbe assicurato che svolgessi il compito.

Poi mi hanno chiesto cosa volessi in cambio.

Io ho detto che volevo che mi consegnassero te.

All'inizio hanno riso. Poi mi hanno attaccato.

Quando i primi tre si sono trovati a terra, il loro capo li ha fermati.

Ha detto che avevano oltre cento ostaggi... una in meno non avrebbe fatto differenza. Tuttavia, tu saresti rimasta una condannata a morte. Ti avrebbero uccisa comunque, una volta che ti avessi portata fuori di lì.

Ma era rimasto colpito dal mio valore come guerriero... o forse temeva la spada che avevo strappato a uno dei miei avversari. Ha detto che, secondo le loro leggi, se un condannato a morte sopravvive a tre esecuzioni viene graziato.

La prima esecuzione ha già avuto luogo. Ora dobbiamo sopravvivere alle altre due. >>

Dakkar non riuscì a dire nulla, per diverso tempo. Quando finalmente riprese a parlare, disse soltanto :

<< Perchè ? Perchè continui a rischiare la vita per me ? Io ti ho liberato dal giuramento che hai fatto a Juza ! >>

<< Non l'ho mai fatto perchè l'ho giurato a Juza, Dakkar. Fin dal momento in cui ti vidi per la prima volta, quattro anni fa, circondata dai seguaci del serpente... mentre li minacciavi con un pugnale.>>



[... continua...]
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