è il mio primo scritto su questo forum e spero tanto che vi piaccia...
Laura era nella palestra dell'ospedale e stava lottando con tutte le sue forze per alzarsi in piedi e mantenere l'equilibrio, ma era così difficile che pensò di lasciar perdere. Immediatamente sentì la voce di Stefano, il suo fisioterapista, che le diceva di non mollare, che ce l'avrebbe fatta, che per mantenere l'equilibrio doveva concentrarsi e fissare un puno lontano di fronte a sè; lui continuò a parlare ma Laura ormai non l'ascoltava più, le parole "devi guardare un punto lontano" le risuonavano nella mente e improvvisamente non era più lì, la sua mente l'aveva riportata indietro a quella sera di anni prima in cui si era concentrata su un punto lontano per non lasciarsi sopraffare da ciò che le stava accadendo.
...Era una bella serata estiva, lei era uscita con un amico e verso la fine della serata lui le aveva parlato di posto bellissimo che conosceva da dove si godeva di un bellissimo panorama e dal quale si vedevano benissimo le stelle cadenti. Lei con la gioia di una bambina le chiese di andarci perchè quando vedeva quell'immensa volta blu popolata da puntini luminosi si sentiva invadere da un'emozione indescrivibile. Il posto era veramente meraviglioso: una distesa d'erba lontana dalle luci della città, rischiarata soltanto da un'immensa e splendida luna rotonda; i due si sdraiarono su una coperta e lei sentì di nuovo quell'incredibile sensazione di pace interiore che le entrava in ogni fibra del suo essere e si abbondonò a quest'emozione finchè non sentì uno scatto al suo fianco e immediatamente dopo, al chiarore della luna, vide brillare la lama di un coltello e poi vide lui che le si sdraiava addosso e che accostandole la bocca all'orecchio le sussurrava: "ti voglio"... fu soltanto un sibilo d'aria ma le arrivò come una frustata nell'istante stesso in cui comprese ciò che stava per accadere e che qualsiasi sua protesta sarebbe stata vana e inascoltata. Così, mentre quello che credeva il suo amico più fidato si approfittava di lei, devastandole il corpo e l'anima, lei cercò conforto in un punto lontano, in una di quelle stelle che così tante volte le avevano dato un attimo di sollievo e un respiro di pace. Alla fine sentì allontanarsi il peso che le opprimeva il corpo e aspettò la morte con trepidazione perchè sarebbe scesa a toglierle quel peso che adesso aveva dentro; invece lui se ne andò, lasciandola lì sdraiata sull'erba,nuda, ferita, tremante, lacerata ed in sola compagnia di quel pezzo di cielo a cui volse nuovamente lo sguardo e chiedendogli silenziosamente se sarebbe mai riuscita a rialzarsi...
La voce di Stefano, che la chiamava preoccupato, la riportò al presente: era lì seduta su una sedia a rotelle e, esattamente come quella notte, aveva due sole scelte: arrendersi e rimanere seduta oppure farsi coraggio, guardare un punto lontano,alzarsi ed andare avanti. Esattamente come quella notte,con gli occhi colmi di lacrime, con grande fatica e con tante difficoltà, Laura si alzò.
[Modificato da Stella.85 25/07/2009 17:40]