Conflitto interiore
Lei cadeva
distratta, lontana, morbida
la solita.
Eccola, la chitarra del creato
con la sua voce dolce
come lo scoppiettare del sole
e delle sue passeggiate
su arcobaleni distorti
in quei giorni in cui il freddo
congela anche il canto delle farfalle
la melodia monotona
incantava vento e foglie
strappati alla loro onirica danza
tesi
ad ascoltare il pianto delle nuvole
e le finestre con i loro sorrisi grigi
sbadigliando note sincere,
seguivano l'onda dei rami
carichi di smeraldo
sospinti dalla magia del cielo d'avorio
l’incanto di un pomeriggio d’estate
per un attimo,
il ricordo di un autunno lontano
incastrato tra le pieghe dei miei pianti segreti
e chiuse dentro un cassetto
stanno quelle parole che non ti dirò
che mi porto come una catena
stretta sulla gola di un odio
di cui non ti potrai liberare mai
non ti posso perdonare,
ma ti voglio bene
e nemmeno immagini
quanto mi faccia male
ammetterlo.
continuo a sbatterci la testa nonostante ne sia passato di tempo
Sveglia l'alba e chiedile perché
un sognatore sogna e lei non muore mai