|
13/07/2008 02:30 | |
'In nome della Giustizia' è un bel librone di 343 pagine copertine spesse di cartone incluse. Sulla sovracopertina trovi accenni sull'autrice, una certa Nancy Taylor Rosenberg, che ringrazia tutti coloro l'hanno aiutata e spinta a finire il libro.
E devo dire che Nancy ha fatto un libro, è del 1994 la sua data di pubblicazione, che valeva proprio la pena di essere scritto. Si è di fronte alla dimostrazione che sicuramente in giro c'è tanta gente che, un pò per sfiducia e un pò per mancanza di tempo, ha talento nascosto e che spesso ci priva di queste chicche di piacere letterario.
Sì, perché 'In nome della Giustizia' è un giallo giudiziario dove si scoprono i personaggi a poco a poco e dove l'autrice, abilissima, non dimentica mai di mettere quel particolare per non farci dimenticare dove, come e perché li abbiamo incontrati. Ci troviamo fin da subito presi dalle vicende del giudice californiano Lara Sanderstone che deve digrignare i denti di fronte le continue ingiustizie che le si parano davanti fin quando si ritrova con la sorella e il cognato morto ed un nipote adolescente da accudire...
Spettacolari davvero i vari subplot che si intrecciano alla perfezione e ogni cosa aggiunge, spiega e ti coinvolge nel definire il presunto colpevole mentre si scoprono altarini, nascono nuovi affetti, si sgretolano convinzioni secolari. Sembra di essere in un film americano, di quelli ben fatti, dove, tra un appostamento e un altro, un sergente che sputa in terra davanti i delinquenti ma con gli occhi e il cuore sciolto di fronte al giudice, tra un nacos e un hotdog, si deve scappare per il colpo di scena dell'ultimo secondo. Ma proprio quando sembrava che le cose si fossero risolte, in modo tutt'altro che banale, l'autrice ti fa sentire anche i brividi sulla schiena, il filo del coltello sulla gola, il sudore appiccicaticcio tra le cosce di un desiderio finalmente svelato, la paura e lo stupore, la pietà e, perché no, una certa dose di ironia.
Insomma un romanzo consigliatissimo in cui si parla della vita, dell'ingiustizia e senza banalismi, di valori profondi.
Ottimo libro da leggere. Ottimo esempio di intreccio e di tecnica letteraria, da cui si può e si deve imparare tantissimo, per chi scrive.
Complimenti. |
|
|
23/07/2008 11:01 | |
misterx78, 13/07/2008 2.30:
'In nome della Giustizia' è un bel librone di 343 pagine copertine spesse di cartone incluse.
Sulla sovracopertina trovi accenni sull'autrice, una certa Nancy Taylor Rosenberg, che ringrazia tutti coloro l'hanno aiutata e spinta a finire il libro.
E devo dire che Nancy ha fatto un libro, è del 1994 la sua data di pubblicazione, che valeva proprio la pena di essere scritto.
Si è di fronte alla dimostrazione che sicuramente in giro c'è tanta gente che, un pò per sfiducia e un pò per mancanza di tempo, ha talento nascosto e che spesso ci priva di queste chicche di piacere letterario.
Sì, perché 'In nome della Giustizia' è un giallo giudiziario dove si scoprono i personaggi a poco a poco e dove l'autrice, abilissima, non dimentica mai di mettere quel particolare per non farci dimenticare dove, come e perché li abbiamo incontrati.
Ci troviamo fin da subito presi dalle vicende del giudice californiano Lara Sanderstone che deve digrignare i denti di fronte le continue ingiustizie che le si parano davanti fin quando si ritrova con la sorella e il cognato morto ed un nipote adolescente da accudire...
Spettacolari davvero i vari subplot che si intrecciano alla perfezione e ogni cosa aggiunge, spiega e ti coinvolge nel definire il presunto colpevole mentre si scoprono altarini, nascono nuovi affetti, si sgretolano convinzioni secolari.
Sembra di essere in un film americano, di quelli ben fatti, dove, tra un appostamento e un altro, un sergente che sputa in terra davanti i delinquenti ma con gli occhi e il cuore sciolto di fronte al giudice, tra un nacos e un hotdog, si deve scappare per il colpo di scena dell'ultimo secondo.
Ma proprio quando sembrava che le cose si fossero risolte, in modo tutt'altro che banale, l'autrice ti fa sentire anche i brividi sulla schiena, il filo del coltello sulla gola, il sudore appiccicaticcio tra le cosce di un desiderio finalmente svelato, la paura e lo stupore, la pietà e, perché no, una certa dose di ironia.
Insomma un romanzo consigliatissimo in cui si parla della vita, dell'ingiustizia e senza banalismi, di valori profondi.
Ottimo libro da leggere.
Ottimo esempio di intreccio e di tecnica letteraria, da cui si può e si deve imparare tantissimo, per chi scrive
Complimenti.
Una recensione ottima, completa in tutte le sfaccettature, poco fruibile per via del postaggio, che ho cercato "abusivamente " di correggere nel riquadro di quota, solo come esempio di fruibilità.
P.S.
Ho preso questo testo ad esempio per sostenere, nei confornti degli autori del forum, la mia teoria sualla necessità di rendere piacevole la lettura su queste pagine di vetro, senza costingere ogni volta i lettori a consumare chili di inchiostro per stampare e comprendere senza fatica quello di cui scriviamo.
Nel contempo, mi scuso con l'autore, per l'intrusione.
[Modificato da ariadipoesia 23/07/2008 11:55]
|
|
10/08/2008 00:12 | |
Amo la letteratura angloamericana ed ho segnato il titolo e l'autore per acquistarlo alla prima occasione.
Per aria di poesia: confesso che non ho compreso il suo intervento.
[Modificato da Cobite 10/08/2008 17:49] |
|