Si maschera l’autunno di grigio
spegnendo sotto la scarpa le braci
d’un'estate scialacquata a sperare
brezza d’ardesia e boccioli divaricati
a bacio nella mano
si dirama la malinconia in rivoli
che scendono serpeggiando nel cuore
trascinando i ricordi come sassi sgretolati
dalla montagna che dietro muta si siede
a pensarsi polvere o forse solo foglia
che il vento non prende con sé
e se l’inverno ancora non s’affaccia
dalle nuvole con i suoi occhi di cristallo
è solo per timore di bussare troppo presto
alle porte dell’anima che sul davanzale
osserva la luna precipitare adagio fra le stelle
cercando l’amante sui tetti di Recanati
spogli di canti e brizzolati da fogli lanciati
come foglie caduche nella notte.
lei non sa che lui da troppo dorme
o forse come me non s’arrende
ad ancora la sua voce sente
sospirare fra le spoglie delle rose
quando l’estate in punta di piedi s’allontana
e di petali l’accompagnano in stormo
oltre la siepe dove il suo canto
si fonde nel soffio di vento.
Non disprezziamo i nostri padri, non ne abbiamo il diritto. Piacesse a Dio che potessimo ritrovare, con i loro pregiudizzi e i loro difetti, un poco della loro grandezza
Alexis de Tocqueville, "Antico regime e la rivoluzione"
[Modificato da Nichilista errante 09/01/2007 23.23]