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IO NUOVO, NEL QUARTIERE PIU' VECCHIO DI NAPOLI

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2006 02:21
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IO NUOVO, NEL QUARTIERE PIU’ VECCHIO DI NAPOLI


Da circa otto mesi vivo a Napoli.L’Ente per il quale lavoro necessitava per la Campania di un " job-man troller ". Così,mi fu detto! Non obiettai alcunchè e mi limitai ad essere assertivo con un laconico :"obbedisco ".
Da subito, ho dovuto capire che, in questa terra, il lavoro, quando c’è, non è un lavoro come altrove, ma, si carica di connotazioni sue proprie che nulla hanno a che fare o vedere con la normalità.Esso, qui, è figlio della fantasia ed ognuno è libero d’interpretarlo come crede.Ed i conti, tornano! Perchè se è vero che la necessità fa virtù è pure indubitabile che la legalità è virtù! Perciò, può mai la legge,almeno che non sia stolta o ingiusta, negare la virtù? Così mi ritrovo, giorno dopo giorno, a trollerellare da un capoluogo campano all’altro, con occhio vigile e mente sveglia e attenta, a confrontarmi con le più recondite virtù! E mentre rimango sempre in Campan(i)a, abito un monolocale soppalcato, in un residence di Corso Umberto, a poca distanza dalla stazione ferroviaria, nel cuore della città vecchia. Conosco già bene,per le lunghe passeggiate serali, il quartiere ed il suo reticolo di strade e viuzze che, da piazza Masaniello al porto, percorro fino a via di San Gregorio Armeno, attraversando via Forcella, piazza Crocelle ai Mannesi e via di San Biagio dei Librai. Per questo itinerario, ho scoperto, in una traversa della via Forcella, un altarino votivo, con tanto di lapide dedicata a Sant’Agrippino che lo segnala come protettore dei napoletani, in uno col più famoso San Gennaro (anche se nel marmo, non si fa menzione di quest’ultimo!). Per la verità, ho notato ed osservato altre cose, ma, mi limiterò a raccontare, in un mercato in cui la regola della specializzazione è regola regina, solo quello che può essere di mia competenza. Vi consiglio perciò, semmai foste nei paraggi, di assaggiare i "paccheri a marechiaro" e gli "scialatielli ai frutti di mare", serviti dall’"antica trattoria Pisano", in piazza Crocelle ai Mannesi. La prima volta che mi trovai in quella piazza, chiesi, ad un napoletano doc, chi fossero questi Mannesi. Incespicò un poco con un motteggio in gergo sulle labbra e poi, mi disse: " erano un popolo...piccolo e minuto ". Delle Crocelle, nulla m’ha riferito!
Un giro largo per via Duomo, in direzione di piazza Garibaldi e subito dopo la magnificenza di Porta Nolana. Ad essa penso di dover dedicare un racconto a parte. Tanto è pelosa quella realtà!
Ma non correte con l’immaginazione! L’aggettivo va inteso nel senso della maggiore aderenza possibile col significato letterale della sua radice. Fu quella sera che, superato l’Arco di Porta, scambiato un saluto con Sara, Sabrina e Igram, impalate, torno torno, al calore dell’ultimo fuoco d’una cassetta
d’imballaggio,m’avviai per corso Umberto. La mia passeggiata era al termine come i miei pensieri dopo una giornata di lavoro.
All’improvviso, da una traversa, nella penombra, due figure sinistre mi sbarrarono la strada, muovendomi incontro. M’arrestai, rinserrando i pugni nelle tasche del giubbo mentre aguzzavo la vista e mettevo in trazione la molla dei miei muscoli, in vigile attesa e senza alcun segno di timore o paura.
Il più alto dei due, mostrandomi il dorso sanguinante di una mano, mi disse :" siamo scappati da un centro di recupero per tossici, dacci venti euro e non ti succederà nulla ". Lentamente indietreggiai, strinsi il pollice e l’indice fra lo zipolo della chiusura lampo ed iniziai, con flemma, ad abbassarlo. I loro occhi, attenti ai miei movimenti, i miei, fissi nei loro. Ora la mia destra era all’interno del giubbo e pur non avendo alcun’arma,gliela sparai grossa : " sono un polizziotto, ma se fate in tempo a darvela a gambe, posso sempre dire che mi siete sfuggiti". Uno sguardo d’intesa e lesti mi furono di spalle. Col petto inalberato e tronfio, gongolai. Il rumore del calpestio dei loro passi sulle basole di marmo mi giunse con la voce di uno di loro : " grazie marescià ". Quando si dice civiltà ! A Napoli anche i delinquenti sono grati alle forze dell’ordine !










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Bentornato Vincenzo [SM=x142846]
Sono felice che non ti sei scordato di questo giardino.

Con il tuo racconto mi sono fatto un giro nello spirito di Napoli. Davvero hai sempre la magia nelle parole. [SM=x142874]

Grazie, amico

[SM=x142848] Giancarlo cobite
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E'un piacere leggerti! Lo farò sempre molto volentieri!
Grazie. [SM=x142891]
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25/02/2006 17:44
 
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Hai descritto benissimo questo quartiere di Napoli, una citta' veramente vibrante e meravigliosa. Bentornato! [SM=x142922]
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In effetti qui il motto è: vince chi la spara più grossa (e credibile ^_^)!
Davvero bella la Napoli vista dai tuoi occhi... ti ringrazio ;) non si trova facilmente chi ci trova della poesia in queste cose ^_^

un salutone napoletano :D
Savio
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Che piacere leggere il tuo racconto di Napoli. Non conosco questa citta', pero' ho avuto la fortuna di conoscere diversi Napoletani in Canada. Mi ha sempre colpito...la loro Spavalderia, innocenza e umanita'. Grazie Vincenzo per condividere con noi questa tua esperienza.Saluti Franca [SM=x142887] [SM=x142887]
08/03/2006 02:21
 
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Un racconto veramente ironico sull'arte di arrangiarsi.
Un piccolo neo: per chi, come me, non conosce Napoli, diventa un po' monotono parlare di vie, strade e quartieri.

Per il resto mi sono fatta due risate.

BRAVOOOOOOOOOOO [SM=x142930] [SM=x142896] [SM=x142930] [SM=x142896] [SM=x142930]
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