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Lenz

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2006 20:01
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11/01/2006 18:52
 
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Lenz

Caro Lorenzo,
pensavo al poeta tedesco Lenz che, dopo aver seguito il celebre Goethe alla corte sassone di Weimar, ne venne cacciato dopo aver osato scrivere una poesia canzonatoria sulla relazione esistente fra quest’ ultimo e la signora von Stein, già sposata con un barone. Fu forse il grande ed ammirato Goethe a favorire l’allontanamento di un (altrettanto forse) potenziale
concorrente.

Ciao Cris…
Avvallo la tua ipotesi…

D’altronde il fragile, trasandato Lenz non godeva di buona fama. Era considerato eccentrico, passionale ed asociale, inadeguato alle etichette e regole di corte. Insomma: Lenz era soltanto un fallito dalla personalità stravagante.

RISPONDO
Goethe, il suo romanticismo è Positivo, in Lenz c’è la critica “pessimistica” e nell’essere se stesso creava fastidio non solo a Goethe…

Come tale doveva essere perciò espulso dalla società di Weimar.
Fu così che Lenz, figlio di un pastore protestante e seguace di Kant il filosofo della ragion pura perse invece lentamente il lume della ragione e rimasto senza mezzi di sostentamento iniziò un cammino di vita errabondo, percorso fra attacchi di follia e tentativi di suicidio.

RISPONDO
Non essendo in grado d’accettare supinamente i compromessi (come succede ancor oggi…) era allontanato dalla Società…
Nel soffrire immeritatamente per non essere capito ed aiutato, nell’essere seguace di Kant, ma interpretando senza adoprare la RIFLESSIONE a 360° (la praticità) lo scritto della ragion pura…
cominciò a sragionare…


Cercò invano lavoro come precettore ma nessuno volle più prenderlo alle proprie dipendenze.
Venne così saltuariamente ospitato da amici e conoscenti, ma la sua vita era ormai segnata.

RISPONDO
Quando uno comincia a sragionare le porte si chiudono (ancor oggi).

Solo più tardi il drammaturgo Büchner ridiede dignità al suo muto dolore, colto nel suo lento precipitare verso la pazzia.
Mentre Goethe, proveniente da agiata famiglia borghese, terminò la propria esistenza
ad oltre ottantanni nella notorietà e nei riconoscimenti, Lenz finì invece
la sua poco più che quarantenne nell’abbandono di un viottolo di
Mosca, in cui venne trovato morto. Pare che prima della sua morte si fosse in parte
ripreso dall’infermità mentale, ma la vena del canto si era in lui per sempre estinta.
Il tormento dell’artista Lenz mi ricorda il dramma interiore di
Torquato Tasso, che insofferente agli intrighi di corte fra
vagabondaggio e squilibrio mentale.

Lenz perse in questo modo la sua battaglia anticonformista (rivendicava
in fondo solo il diritto di poter essere quello che si è) e venne perciò
soppresso
- come molti nel nostro tempo - dal sistema. La sua mi sembra una
triste
storia di mobbing (per parlare in termini più moderni), d’ingiustizia
e di emarginazione, di cui ancora oggi moltissime persone sono
continuamente vittime.

RISPONDO
Esperti in materia dicono che ogni uomo ha il 5% di pazzia. Coloro che non si realizzano gli aumenta la percentuale…
Cara Cris c’è da ridere, rivedendomi introspettivamente ritengo di non possedere nessun indizio ad essere pazzo, perché tutto ciò che faccio lo posso spiegare, salvo quando mi presto ad atti di Donazione Cristiana… eppure paradossalmente passo per matto…(detto da chi è svitato…).


Viviamo in una società purtroppo sempre più dura, freddamente
razionalizzata ed americanizzata, in cui dietro la parvenza illusoria della libertà
veniamo invece quotidianamente e democraticamente oppressi.
Il sociologo Max Weber la definì giustamente una gabbia d’acciaio, retta dalle
leggi spietate dell’apparire (e non dell’essere; si parla oggi tanto anche a
causa dei mass-media - di look e di abbigliamento costoso), dell’avere
e della concorrenza economica. Weber descrisse perciò il moderno
capitalismo come un ingranaggio subdolo e prepotente che seleziona dettando le
proprie condizioni disumane (vedi per esempio gli effetti dell’odierna
globalizzazione (che può essere considerata come una forma moderna di schiavitù e di
sfruttamento):
chi non si adegua viene sistematicamente eliminato, irrimediabilmente
condannato al danno materiale e all’insuccesso.

RISPONDO
Nel mio realizzarmi nell’essere me stesso (incompreso) capivo ed accettavo con Donazione Intellettiva la pochezza degli altri, dicendomi fortunato di Vivere in una gabbia “d’oro”…
ora rispondo ritenendomi nella piena Maturità: Vivo in una gabbia d’aria…
Ciò che affermi non puoi che trovarmi d’accordo…

Ho sentito che negli Stati Uniti spesso si preferisce non chiedere: - Che lavoro fai?, bensì, quanto guadagni?-
Il valore di una persona non viene misurata nelle sue capacità umane, bensì nelle sue potenzialità economiche. Nel mondo occidentale la cultura dei soldi (intesa come idolatria del denaro, come danza sfrenata intorno al vitello d’oro, ballata senza più principi morali) e delle scienze tecnologiche (che fruttano a loro volta grandi guadagni) è a parer mio una cultura
apparentemente libera (in realtà è una cultura autoritaria) della deturpazione e della
de-culturizzazione (si parla la lingua dell’OK e del business) che sta calpestando e
mettendo in secondo piano il valore delle scienze letterarie, artistiche ed umanistiche.
Nella lotta quotidiana per la sopravvivenza diventa spesso difficile sottrarsi
a questo ferreo meccanismo sociale (che è in verità più o meno a
nostra insaputa - una gabbia d’acciaio) perché la ribellione può costare non
solo l’isolamento come pazzo, hippie o stravagante (sarebbe il minore dei
mali), ma addirittura l’espulsione e lo schiacciamento totali, mettendo
così in gioco la stessa sopravvivenza individuale, come accadde anche
se in un contesto diverso al troppo tumultuoso (per il "sistema") poeta
Lenz.

RISPONDO
Nella mancanza di pazzia, con l’aiuto della mia Stella Mary, aggiungendo la FEDE nel mio Operare
mi sento Realizzato in TOTO da Ringraziare il “mondo intero”…
Cristina prendimi come esempio…
Ciao e grazie…
Lorenzo

N.B.
Il contemporaneo, olimpico Goethe, infatti, ne ha condannato senza appello il wertherismo non sopito, l'incapacità di entrare come membro attivo nella società, le dissonanze (anche biografiche, come la malattia psichica), le discontinuità formali. Sessant'anni dopo Büchner, invece, coglie in questi elementi la via che conduce ad una sensibilità nuova, lacerata, irrisolta, (viene da dire: novecentesca), sovrascrivendo la sua figura con indicazioni che lo stesso Lenz non aveva saputo cogliere in sé - non con quella nettezza, perlomeno
11/01/06

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12/01/2006 11:52
 
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leggo con calma e... arrivo
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12/01/2006 13:12
 
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...t'aspetto...
AMORE

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15/01/2006 21:15
 
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Ciao Cris
La Filosofia di ciò che affermo nasce con naturalezza dalla mia
RIFLESSIONE che muove l'Intelletto con Razionalità...
La RIFLESSIONE è
l'Origine del TUTTO = DONO dell'IMMANENZA del MISTERO DIO, dalla RIFLESSIONE sboccia l'ANIMA, il Cuore della RIFLESSIONE...

Il Riflettere speculativo che accenna S. Tommaso paradossalmente non ha
nulla di spartire con la (mia) RIFLESSIONE, la quale dà ad ognuno di
Noi la Chiave del "Paradiso Terrestre"
("Strano" ma vero...)!
Ciao
Cris...
Lorenzo

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16/01/2006 14:38
 
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Immanenza
(immanens da in-maneo, "rimango in"), è il carattere dell'azione che resta all'interno di colui che la compie, in contrapposizione all'azione transitiva (transies, "che passa in altro"): per es., l'atto del vedere o quello del conoscere, che non hanno alcun effetto sulle cose vedute o conosciute, di contro agli atti del produrre o del modificare qualcosa.

stai dicendo che Dio é dentro di noi?...ma dai?...buono.

allora si potrebbe dire:

L'Origine del TUTTO=PENSIERO dell'IMMANENZA del MISTERO DIO, che dalla RIFLESSIONE fa sbocciare il PENSIERO, CUORE dell'ANIMA, e dall'AGIRE fa sbocciare il TUTTO, ANIMA del CORPO?...per me.



cosa ne pensi?...o forse non ho capito bene cosa intendi... :huh:

Rispondo:
L'Origine del TUTTO= IMMANENZA del MISTERO DIO, che dalla RIFLESSIONE fa sbocciare l'ANIMA (Cuore), muove l'INTELLETTO Razionale e dall'AGIRE fa sbocciare il TUTTO Positivo da Realizzarci nel Realizzare l'ARMONIA...

N.B.
Se dal nulla non nasce nulla, dal PRINCIPIO Nasce TUTTO! Il TUTTO ha in se il PRINCIPIO dell'ORIGINE... In Sintesi il MISTERO DIO è in NOI se adopriamo la RIFLESSIONE...


Ciao ABZ...
Il Poeta
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16/01/2006 19:08
 
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Caro Mauro dall'Intelletto nasce il Pensiero Razionale...
La RIFLESSIONE ha in se l'ANIMA = SPIRITO SANTO = MISTERO DIO = in ogni Creatura = in Corpo...
Non adoperando il DONO della RIFLESSIONE, siamo in balia delle "onde" d'allontanare DIO...

La Poesia del Poeta ha in se la Filosofia, Teologia e Politica, sintesi di REALTA'!
Grazie...


Ciao...
Lorenzo

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18/01/2006 12:08
 
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- Scusa, per te la vita e l' universo sono manifestazioni chiuse?-


Rispondo
Per rispondere alle domande con Razionalità si deve sintetizzare il MISTERO dell’ORIGINE DIO.
Incominciando dalla TRASCENDENZA del MISTERO, Noi Umani impossibilitati a concepirla, per passare all’IMMANENZA del MISTERO nel DONO della RIFLESSIONE all’Umano, a priori Principe del Pianeta Terra…
Dal Nulla non Nasce Nulla, quindi da quell’Origine “Soffio di Vita” c’è il Principio dell’Evoluzionismo Cosmico…


- Essere, quello che tu sei, non è abbastanza come punto di inizio ?-


Rispondo
Il TUTTO del Pianeta TERRA (GAIA) è Movimento…
L’Umano essendo il Prescelto per Armonizzare il TUTTO è in continua Ascesi, avendo il DONO della RIFLESSIONE (da cui scaturisce l’ANIMA ,il Cuore).


- Diventare quello che tu desidererai essere, non è semplice come meta?-


Rispondo
Adoperando la RIFLESSIONE tutto ciò che c’è nel Dono della Vita si evolve in modo Naturale per Donazione nel Principio dell’IMMANENZA del MISTERO VITA, senza strappare per arricchirsi la pelle alle altre forme di Vita…


- Non cosa è lo Zero per me è la domanda, Ma cosa è ( essere ) lo Zero.
Vediamo un pò: il punto mediano di separazione fra due gradi delle polarità-


Rispondo
Lo zero è l’Inizio dell’IMMANENZA del MISTERO per Volontà della TRASCENDENZA del MISTERO…


- Allora, per me la vita é vita...come essere vivente...che integra la crescita corporea, la crescita intellettuale, quindi pensiero...e la crescita emotiva, quindi l'anima.
Vengo concepito, ho una crescita cellulare molto delicata e da prendere con i guanti, ho la nascita, l'apprendimento intellettivo e emotivo come anche quello corporeo e infine la morte... ma la morte é una particolarità del corpo umano, delle nostre cellule che non riescono a vivere più allungo di 100-105 anni...ma dopo la morte rimangono il pensiero, creato durante tutta la vita, e l'anima, energia corporea dovuta ad una cessazione di attività elettriche...come un condensatore...per dire. -


Rispondo
La Vita non adoperando la RIFLESSIONE per l’Umano non è Crescita… La RIFLESSIONE agisce sull’Intelletto con Razionalità e tutto si dipana…
La Morte è un passaggio Naturale di Vita nel lasciare ad altri la continuità d’evolversi con la Nostra Donazione nell’ANIMA Storica. Gli uomini non adoperando la RIFLESSIONE perdono l’ANIMA Storica…



- e l'universo é aperto, in piena espansione...il problema é:
come fa ad espandersi?
gli scienziati dicono che la causa é il Big Bang...io dico che la causa é il nostro pensiero, accompagnato dall'anima...-


Rispondo

Dal primo Zero (IMMANENZA del MISTERO) avviene la moltiplicazione infinita = EVOLUZIONISMO COSMICO. Essendo MISTERO gli scienziati chiamano Big Bang lo Zero che da ORIGINE al TUTTO!
Ricordiamoci che la TRASCENDENZA del MISTERO all’Umano è Inspiegabile…


- ora, diventare quello che tu desidererai essere, non è semplice come meta?...é impossibile...perché non sei tu a diventare quello che sei...sei tu a voler cercare di capire chi sei...ma non é una meta...é l'inizio della tua esistenza...essere o non essere...questo é il dilemma...quando scorpirei chi sei vedrai un mondo di fronte a te che non capirà mai...e allora devi scegliere...vuoi essere e rimanere solo o vuoi non essere per essere come tutti gli altri?...o vuoi essere mostrandoti un non essere?...-


Rispondo
Nell’essere me stesso mi sento Realizzato = Ascesi…= conoscere se stesso e di riflesso il mondo che mi circonda…


-mi viene spontanea una domanda:
cosa vorresti essere?-


Rispondo
Ciò che sono!

Grazie…Abz Hota

Il Poeta marylory
Lorenzo Pontiggia
18/01/06
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18/01/2006 18:38
 
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Diversamente da te non penso che il dolore fortifichi la gioia di
vivere.

Rispondo
Con l'aiuto della FEDE ci si abitua al dolore
lottando per Vivere nel godere i pochi sprazzi di Vita del Dono...


A
parer mio il dolore soprattutto se ripetuto e protratto
indebolisce e
demotiva ogni individuo.

Rispondo
Ciò avviene per mancanza di cultura
dell'AMORE Fraterno… i Preposti non danno buon esempio causa la
Società, in cui ognuno di Noi è partecipe senza AMORE di RIFLESSIONE,
da demotivare l'individuo sfortunato che sentendosi un peso nel
Sociale
acuisce maggiormente il dolore...

Perché, Dio, tante terribili e
lunghe vie sul cammino verso la salvezza? Perché la sofferenza degli
innocenti? Perché la colpa?
Mi chiedo quale colpa possa già imcombere
sul destino di un bambino appena
venuto alla luce? L'espiazione della
tracotanza e dell'atto di
ribellione di Adamo ed Eva?

Rispondo
Seguendo il tuo discorso: nell'IMMANENZA del MISTERO DIO, Donandoci
la
RIFLESSIONE Intellettiva Razionale, teoricamente Adamo ed Eva la
Rifiutarono, liberando il negativo paradossalmente per capire il
positivo, bloccando l'Ascesi Naturale dell'Essere Umano...
Cosicché chi
soffre sono la Luce della Società...


Alle tre Gesù crocifisso gridò
con voce forte: Eloì, Eloì, lema
sabactàni?,
che siginifica: Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbondonato?? (Vangelo
di Marco)

Rispondo
San
Marco, riprende la frase falsa dello scrivano pagato... Gesù, prima
d'entrare in Gerusalemme s'era fortificato nel deserto sapendo
che
sarebbe stato tradito e messo a Morte...


Grazie mille, Lorenzo,
Grazie a te Cris...

27/01/2006 19:31
 
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Leggo e assorbo. [SM=x142903]
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27/01/2006 20:01
 
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...dimmi la tua...risponderò con AMORE...
Lorenzo
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