| | | OFFLINE | | Post: 57 Post: 57 | Registrato il: 09/08/2005
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06/09/2005 23:11 | |
-"Sto bene. Sto veramente bene."-
Questo è quello che si ripeteva mentre con il pugno colpiva a morte quello che un tempo era stato il suo migliore amico.
-"Ti ricordi quando uscivamo insieme e ti raccontavo tutti i miei problemi?"-
Lo diceva piangendo di gioia mentre le sue mani penetravano nel volto dell'amico. Gli erano diventate insensibili a forza di colpire, ma non era un problema. Era diventato insensibile già da molto tempo.
Credeva di vivere un sogno. Tutto era così liberatorio. Colpiva, colpiva, colpiva, e quel greve mugugno che emetteva ritmicamente stava per cessare. Meravigliosa visione ai suoi occhi.
Si sentiva libero per la prima volta; sentiva tutta la vita scorrergli addosso, come uno scialle di seta, avvolgente come una brezza primaverile, fresca come l'acqua sorgiva.
Materializzava finalmente tutto quello che aveva tenuto dentro. Un'enorme pentola a pressione di sensazioni: dolore, rabbia, paura a volte, che si trasformava in terrore, per poi ritornare a sempice timore, malinconia, depressione. Un treno in corsa di meravigliosi quanto terrificanti sentimenti.
Gli annichilivano la mente, lo portavano a temere il futuro, a rimpiangere il passato, ad odiare il presente.
Disteso sul pavimento in un lago di sangue, il corpo fremeva, a causa dei nervi tesi e vibranti.
Ripensava a quando tutto era solo un vago pensiero nell'angolo più buio della camera oscura che chiamava mente. Ripensava a quando tutto era solo un'inconscia voglia di rivalsa, quando tutto era ancora un solo ed unico pensiero felice.
Correvano nel suo cervello migliaia di percezioni, così veloci e fulminee che non riusciva ad interpretarle. Mancava di concentrazione. Mai nella vita si era sentito così distaccato dal suo corpo. Mai avrebbe immaginato una scena come quella.
-"Sei libero come me, adesso."-
disse, con un sorriso inconsapevole sul volto, al corpo inerme del suo migliore amico, con il quale aveva trascorso bei momenti e brutti momenti, dei quali pensava di sapere più di chiunque altro, del quale conosceva vizi e virtù.
-"L'ho dovuto fare, per il tuo bene, lo sai anche tu"- disse, e mentre le sue labbra sorridevano, i suoi occhi si gonfiarono nuovamente di lacrime salate.
-"Non avresti potuto ricevere migliore espiazione, sono stato misericordioso. Ti volevo bene, ti amavo, eravamo gli unici due scogli che si opponevano ad un unico mare; ma tu stavi per sgretolarti e ho preferito che fossi io e nessun altro a farti diventare sabbia."-
Le stelle sopra la sua testa splendevano della lora fredda e fioca luce. La luna era uno stretto sorriso nel cielo blu scuro di una notte senza nuvole, in cui tutto era possibile, in cui tutto era ancora risolvibile.
-"Credo di doverti chiedere scusa, dovevo farlo per te, te lo dovevo"- i suoi occhi vacui guardavano in nessun punto in particolare, con una vena quasi ironica nello sguardo spento.
Infiniti erano i colori del cielo, tinte che ancora non conosceva, magiche figure si sprigionavano nella sua testa.
-"Era il mio ultimo gesto affettuoso"-
-"In fin dei conti se tu avessi scoperto cosa avevo fatto, avresti scelto anche tu questa conclusione"-
-"Sappi solo, che mai avrei voluto tradirti, ma questo non vuol dire che non l'abbia fatto"-. |