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....nella via delle villette.....

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2005 14:57
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09/08/2005 14:06
 
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Quella sera il latrare dei cani nella via delle villette a schiera assume una particolare simmetria.
E’ come se, al rientro del titolare di una qualunque delle circa venti villette, parta un nuovo allarme.
Per non parlare poi di quando è arrivato quello del civico 17, forse che sia un segno del destino, all’istante i cani hanno iniziato un concerto di latrati e lamenti indecifrabili che ha trasformato la via nella succursale di una scuola canora canina.
Eppure le notti di luna piena sono finite da tre giorni ed è altrettanto certo che ognuno dei proprietari curi con la massima dedizione e con il maggior interesse il proprio quattro zampe che, oltre ad essere una piacevole compagnia, rappresenta un ipotetico e sperato baluardo contro ladri e malintenzionati.
Nella via sono presenti circa 18 esseri a quattro zampe e di questi la quota maggiore spetta ai doberman, ancora oggi ritenuti i migliori per la difesa della casa.
Dei 18 loro rappresentano il trenta per cento, considerando che sono sì in sei, ma l’ultimo arrivato è un cucciolo di cinque mesi ancora maggiormente avvezzo al gioco piuttosto che alla guardia.
Poi seguono i pastori tedeschi, nel numero di cinque.
Ultimi arrivati, ma in rapida ascesa, i temibili pitbull, che ringhiano dai cancelli delle villette da cui spesso fuoriescono anche i musi delle auto maggiormente avvezze alla velocità.
I tre rimanenti sono meticci, di stazza comunque ragguardevole, ma in ogni caso privi di una precisa identità esteriore e loro si accompagnano sempre a proprietari dallo sguardo e dall’incedere tutt’altro che aggressivo.
Quando si trovano insieme nel grande prato a margine della via tra i cani sembra non esistere alcuna distinzione.
Il feroce pitbull si lascia annusare scodinzolando dal pastore tedesco mentre la doberman si fa spesso sottomettere dalla irrefrenabile voglia di giocare del meticcio chiazzato.
Tra i proprietari il discorso è invece completamente diverso.
Quelli che accompagnano al prato pitbull e dobermann sembrano gareggiare nell’esibire quantità inumane di crudeltà.
I proprietari dei pastori tedeschi sono invece quelli con il fare maggiormente signorile, mentre chi porta al guinzaglio i meticci sembra lasciare all’umore della giornata il suo modo di essere.
L’appuntamento ,più o meno implicito, è tra le sette e trenta e le otto della mattina e le diciannove e le venti della sera.
I cani giocano liberi e danno sfogo a quegli istinti primordiali quali scavare una buca, marcare il territorio con l’urina o scegliere un’angolo dove lasciar assommarsi le deiezioni, tutti comportamenti che nei giardini delle villette sono assolutamente vietati.
I padroni si riuniscono sempre nei soliti gruppi, evitando qualunque avvicinamento con quelli che già dal primo incontro hanno scarseggiato in empatia.
Narrano le gesta proprie o del cane esaltando tutti quei momenti che possono apparire agli occhi degli altri coraggiosi o finalizzati al bene comune e sminuiscono, per non dire che spesso omettono completamente, quelli che rasentano la codardia.
E così, mentre i cani partecipano del piacere dell’incontro, gli umani osservano spesso l’orologio nella speranza che quel poco tempo dedicato al benessere delle proprie bestioline – è certo che non ammetteranno mai che lo fanno per evitare di ritrovarsi nel giardino della villetta buche, cacche o altre prodezze canine – passi il più celermente possibile.
Alle venti della sera scatta implacabile il fischio ,dall’intensità quasi rabbiosa, del signore del villino 41 all’indirizzo del suo pitbull.
Le orecchie si drizzano all’istante ed è questione di pochi secondi prima di vederlo porre il lato del collo al padrone per agevolare l’inserimento del moschettone del guinzaglio.
Ma spesso capita, osservando negli occhi quello o uno qualunque degli altri cani, di notare il filo di tristezza che vela lo sguardo per non essere stati liberi di terminare quel gioco divertente che si stava svolgendo o proseguire quel lento corteggiamento che proprio ora la meticcia inizia a dimostrare di apprezzare.
E così anche gli altri, sia tra i padroni che tra i cani, si accodano all’impeto furioso del capo branco e ricominciano, con fare deciso e rabbia repressa, il lento rientro verso la via.
Solo il primo, quello della 41, procede con fare risoluto.
Gli altri sembrano tornare verso una prigione.
Ed i cani seguono con ordine i passi del padrone.
Poi tutto accade d’improvviso.
Appena quello della 41 apre la porta di casa immediato il pitbull lo azzanna al polpaccio e lo trascina a forza verso il giardino.
L’urlo di dolore è disumano ma non riesce a sovrastare il guaito felice del cane.
E’ il segnale concordato.
Gli altri cani scattano all’unisono, la rivolta è ormai in atto.
I padroni hanno commesso tutti lo stesso errore di aprire le porte delle villette.
E tutti vengono ricacciati in giardino, chi da solo e chi in compagnia dei familiari giunti in aiuto.
E da lì vengono poi costretti, con ringhia e morsi e colpi di coda, ad entrare nella casetta degli attrezzi posta di solito vicino alla cuccia del cane.
E non importa a nessuno dei quattro zampe se lì di giorno ci batta il sole, forse che qualcuno di loro si sia mai posto il problema del sole che batte sulle loro cucce ?
E così, una volta chiusa con una zampata colma di soddisfazione la porta della casetta, un latrato di vittoria annuncia la conquista di un’altra villetta.
E prosegue la serata sino al giungere del diciottesimo latrato di vittoria.
Ha decisamente un altro aspetto ora la via.
I cancelli delle villette sono tutti aperti così come le porte che permettono l’entrata senza vincoli nelle case.
Sorprendendo tutti, lui era ritenuto infatti l’anello debole della catena nelle riunioni preparatorie nel grande prato a margine della via, anche il dobermann di cinque mesi è riuscito nell’impresa.
Poi ognuno dei cani rientra temporaneamente nella propria villetta e ,memore dell’insegnamento ricevuto negli anni dal padrone – al dobermann cucciolo la lezione viene ripetuta varie volte per non correre il rischio di farlo cadere in errore e forse lui un poco se la prende ritenendo sia messa in dubbio la sua capacità intellettiva- prepara la cena per i costretti nella casetta degli attrezzi.
Posiziona una dose di crocchette ,unte e dal sapore sempre uguale, per ognuno degli occupanti.
Quindi, felice di essere lui una volta tanto a servire la cena ai padroni, apre di scatto la porta della casetta e lascia che il cibo cada dal piatto in terra, senza mettere tovaglia ne piatto ne posate al nuovo cane a due zampe.
Più tardi si ricorderà di portare loro una ciotola da riempire con l’acqua fresca.
“ se ha fame mangerà” pensa tra sé “ e se domani ne ha ancora in terra vuol dire che risparmierò sulla dose del giorno dopo…”
Ora è il momento che condivida, insieme agli altri vincitori, una cena finalmente degna di tale nome.
E da ognuna delle villette viene portato in strada il meglio di quanto si trova in frigorifero.
E tutto diviene cibo per tutti.
Anche un piccolo randagio di passaggio, meravigliato da un banchetto simile, prende parte alla festa.
Uno dei proprietari rinchiusi nelle casette si ricorda di avere un telefono cellulare nella tasca della giacca e chiama la polizia.
Racconta, con voce che stenta lui stesso a riconoscere come propria, della rivolta dei cani, di loro chiusi nella casetta degli attrezzi, di una via della città completamente nelle mani di sei doberman, cinque pastori tedeschi, quattro pitbull e tre meticci.
Implora aiuto e ripete sino all’ossessione di intervenire subito.
Ma lo prendono per pazzo.
“ il caldo fa brutti scherzi “ ridono in commissariato.
“ c’è uno che ha appena chiamato sostenendo che in una strada i cani hanno rinchiuso i padroni nelle casette degli attrezzi in giardino ed ora se la spassano alla grande”
“ richiamalo e digli che se organizzano una cena porto anche la mia Fuffy…… almeno stasera mangia in compagnia…” ironizza un agente.
“ vabbè…. andiamo di pattuglia dai che hanno tentato di rapinare un bar….. “
Nella via delle villette a schiera intanto ognuno dei cani si premura di continuare a portare sul viale dove è stata organizzata la cena comune quanto di commestibile si trovi all’interno della casa.
Il via vai è incessante.
Per quanto impegno venga profuso nello svuotare dispense, frigoriferi, congelatori e poi cassetti dei comodini ed anche contenitori di cristallo sui mobili e finanche bomboniere ricolme di cioccolatini poste o volutamente dimenticate in toilette adorne di luci e di riviste, l’opera di disinnesco di tutte le bombe alimentari presenti nelle villette richiede molto di più del tempo stimato da un povero cane abituato ad una tazza di crocchette o ad un piatto di riso soffiato, o ad un avanzo di pollo quasi solo osseo od infine al tozzo di pane intriso nel sugo avanzato.
E così, lentamente ma con continuità, la via si riempie di cibo in forma sempre maggiore così che, non essendo abituati al porre ordine nella tavola, il passaggio nella via diviene sempre più difficile e complicato.
Si deve saltare il pollo con patate intriso d’olio della villetta 12, scansare con una musata decisa l’insalata di finocchi e cetrioli della 19, passare mostrando indifferenza difronte alle polpette al sugo della 5 ancora in parte congelate ma da cui già si sprigiona l’aroma capace di fare impazzire tutta la via.
Il pitbull della 41, consapevole del fatto che dalla casa del suo padrone sia uscito davvero poco e per lo più di pessimo gusto, cerca di trovarsi un ruolo organizzando le difese all’inizio della via, ed in questo suo comportamento si evidenziano chiaramente i danni che l’umano riesce a produrre sull’animale.
Ma non trova alcuno, però, tra i quattro zampe disposto a sacrificare la propria libertà per vigilare una via aperta alla gioia di tutti.
E’ tutto uno scodinzolare nella via.
E’ tutto un trionfo di amore allo stato puro.
E’ il piacere del vivere e del con/dividere che trionfa per la prima volta sull’asfalto.
Poi d’improvviso scattano rumori sordi e secchi da strani oggetti branditi da uomini in camici bianchi.
E le siringhe fanno il loro effetto.
E diciotto cani addormentati giacciono nella via.
E la voce dell’umano torna a trionfare.
E sparisce il cibo.
E si richiudono i cancelli.
E si serrano le porte.
Ed i venditori dei sistemi d’allarmi si preparano a concludere affari d’oro per l’indomani…..nella via delle villette, ormai priva di cani.






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09/08/2005 20:30
 
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.. mai approfittare di chi obbedisce in silenzio. Un racconto che nasce da un'idea veramente originale.[SM=x142922]
12/08/2005 17:23
 
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Mi ricorda "La fattoria degli animali" di Orwell.

Ben delineato.[SM=x142887]
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19/08/2005 14:57
 
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grazie.....[SM=x142944]

pg


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