non ancora troppo tardi

La stanza era buia,le tende tirate,scure,pesanti.Filtrava appena della luce...Pochissima.
Nella quasi totale oscurità,seduta alla scrivania,una piccola sagoma era intenta a scrivere.
Capelli corti,legati in un buffo codino,vestiti informi,nascondevano un corpo che non lo piaceva,troppo grosso,e lo sapeva,non era una fissa da ragazzina,era così.
La penna si muoveva rapida,lungo il foglio.
Ogni tanto,si poteva veder brillare una lacrima,che cadeva su qualcsa di lucido,forse di metallo...
Piegò il foglio più volte,per poi alzarsi,prendendo anche un oggetto dal tavolo...un coltello...
"mi dispiace..."bisbigliò alla stanza vuota"ma devo...troppo,ho retto fin troppo..."
Una folata di vento spostò appena le tende dalle imposte aperte,lasciando entrare un po' di luce,mentre lei solleva il coltello,per poi appoggiarlo sul polso.
Passi. Rapidi. Qualcuno correva. Venne distratta,ma non abbastanza. Iniziò a tagliare. "non farai mai in tempo..."bisbigliò di nuovo.
La porta venne aperta con rabbia "Ferma!" le urlò lui,avvicinandosi,scoprendo di essere arrivato tardi. Ma non troppo... Era riuscita solo a graffiare...
"per fortuna fate sempre dei taglietti e poi quello finale...voi suicidi..."rise lui,stringendola "non spaventarmi più così,chiaro? ancora non hai capito che uccideresti anche me?"
Lei non rispose,si limitò a piangere,in una stanza buia,il coltello abbandonato sul pavimento...

Fa pensare...

A volte il suicida considera la morte l'anestetico totale di un male di vivere e non vede l'altra faccia della realtà....

Grazie LagunaDrain

Giancarlo cobite

di nulla...

Ti dirò,quella ragazzina aveva in testa una specie di urlo,tipo "dov'è la mia medicina?dammi la mia medicina!"
Posso dirlo,perchè ero io...c'è mancato poco che quel che ho scritto succedesse davvero...
Ora,ho aperto gli occhi,e lo devo solo al mio amico Desh(ovviamente,io lo chiamo così,ma per l'anagrafe ha un altro nome...)
La realtà,per i suicidi,non va oltre il loro buio,non c'è nessuna luce,nessuna via per poterne uscire,nulla per cui vivere. Ci si sfama di caos e il vuoto riempie,non è bello...ma diventa tutto.

Lagu

Un racconto che ben esprime l'urlo di dolore dell'anima di chi cerca di togliersi la vita.

Tutto il dolore del mondo racchiuso in poche righe.
Assomiglia al mio "1,2,3,4,5,6,7....", era la storia di una periodo buio della mia vita, anche se non ho mai tentato il suicidio grazie alla fede.

Allora, non m'importava vivere...........


Un abbraccio