E' difficile parlare di un ambito così complesso come la scuola, anche per gli addetti ai lavori. Se i principi che dici tu, Giancarlo, fossero stati davvero applicati, nei professionali non avremmo il 15-20% in media di bocciati! Noi prof ce ne staremmo lì tranquilli a far niente mentre i ragazzi si divertirebbero fra di sè con l'unico controllo di sicurezza, dovuto.
Purtroppo, invece, tante volte proprio a noi prof. non riesce di lavorare in equipe. Per cui va a finire che con chi, per esempio, ripete le spiegazioni, taglia il programma a favore della comprensione degli argomenti fondamentali, organizza ricerche e interrogazioni programmate (son quasi tutti pendolari, 1 ora e mezzo in media da scuola a casa e viceversa)i ragazzi raggiungono la sufficienza, con altri prof che non chiariscono nemmeno i minimi delle richieste didattiche, i ragazzi si demotivano. E non studiano, perdendo terreno dappertutto. E questo è un vecchio modello d'insegnamento, pre-'68, quello che faceva dire agli insegnanti "Abbiamo il coltello dalla parte del manico!"
E' proprio la sopravvivenza di schemi facili e antiquati che rende così ingiusta la scuola di oggi, a cui vanno aggiunti l'egoismo e l'egocentrismo in un ambito in cui ci si dovrebbe scordare anche di come ci si chiama e lavorare, lavorare, lavorare...
Quanti potenziali (o effettivi) suicidi, quante anoressiche, quanti complessati contribuisce ancora a formare la scuola (specie nei licei)? Sempre troppi.
Inoltre volevo mettere in rilievo, come ho fatto altrove, la perdita del rispetto di modelli culturali validi, la difficoltà di molte famiglie che non si rendono conto nemmeno dell'andamento scolastico del proprio ragazzo, e vorrebbero delegare per intero la funzione educativa alla scuola. Per poi magari parlarne male.
L'adesione alla cultura del guadagno facile senza sforzo che illude molti giovani e molti, troppi, adulti.
Il '68, con la sua confusione, le sua rabbia e le sue incertezze è passato. Chi voleva capire ha capito e imparato! Sarebbe l'ora di buttare via i vari vecchiumi e ragionare con equilibrio su cosa vogliamo fare della nostra gioventù, del nostro futuro.
E non sarà facile, come dici tu, se si continuerà a seguire, come ormai pare certo, il modello della scuola-azienda per finire verso una totale (o quasi) privatizzazione.
Ciao!
Sagitta
"Quando incontrate l'amico....lasciate che sia lo spirito in voi a muovervi le labbra e a dirigervi la lingua. ...Poichè la sua anima serberà la verità del vostro cuore, come si ricorda il gusto del vino." Kahlil Gibran, "il Profeta"
[Modificato da Sagitta 22/06/2005 15.30]
[Modificato da Sagitta 22/06/2005 15.35]