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quando sarò uomo penserò così

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2005 23:02
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15/06/2005 18:20
 
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E' tardi, sono le sei e mezza del pomeriggio, ma il parco giochi è ancora stracolmo di grida stridule e altrettanto innocenti. Un prato verde, leggermente gobbo per simulare una collina fittizzia che diventa una larga piazza verde dopo un centinaio di metri e finisce in un boschetto ingarbugliato in decine e decine di sentieri che si incrociano, si accostano, si guardano da lontano.Oltre agli alberi secolari si vede un grosso cubo di cemento, il palazzetto dello sport; ma quello ha un'altra entrata e tra te e lui c'è un muro vestito di piante rampicanti. Tu adesso devi solo giocare. Io passeggio tra alcuni scheletri di legno sparsi sul ventre del prato, i tuoi amici li scalano, fanno percorsi su ponti traballanti per gioco e scendono per scivoli di plastica azzurra e rossa. Vengo a cercarti in un angolo all'inizio del boschetto, poi torno nella pianura che a te sembrerà immensa mentre io vedo il suo confine. Mi era sembrato di aver sentito la tua voce fra gli alberi, non era che il vento. Forse è stata davvero la tua voce, il tuo saluto che ora mi avvolge il torace. Torno tra i giochi e mi sembra di vederti sulla nave che solca immobile il mare verde, mentre dividi un bottino di lucertole e sassi; ti vedo sull'altalena mentre aspetti la mia spinta, ma non ti trovo mai. Sono soltanto bambini che ti assomigliano, ma tu non ci sei.
Le madri parlano sulle panchine ai bordi del prato e io mi sento un estraneo che sporca un mondo già perfetto in sè. Ogni tanto una di loro si volta e sorride, un'altra di loro, su un'altra panchina invece mi disprezza. Mi sento un lupo malato in mezzo a un gregge che non ha paura di me. Oggi, nonostante stia scendendo, il sole è molto forte, ma viene ignorato dalla spensieratezza di questi bambini. Forse sono io che sono stato troppo tempo al buio ad aspettare una persona che mi ha fatto perdere te, e il sole invece è come tutti i giorni. E' per quello che ogni giorno vengo a cercarti per portarti a casa. Ho bisogno di vederti mentre preparo la cena, la mamma non doveva lavorare oggi, ma l'hanno chiamata lo stesso perchè una sua collega non si è presentata. Ho bisogno di sentirmi utile per la creatura che ti ha plasmato nel suo ventre e di provare un pò di orgoglio per il mostriciattolo dagli occhi verdi che sto crescendo.

Sono nato a trent'anni, ho guardato quel ragazzo ignorante che ride alle mie spalle: mi ha preceduto e da lui ho ereditato una vita di solitudine e rimpianti. Lui ha costruito delle fondamenta fragili di incoscienza e a me tocca costruirci sopra un palazzo troppo robusto. Non riesco a credere di essere stato io quello. Mi riconosco, faccio una smorfia al passato e mi guardo intorno in questo parco giochi. Nemmeno oggi ti trovo, comincio a sentire il peso soffocante degli sguardi di chi si chiede cosa facciamo in un posto a cui io e te non apparterremo mai. Nemmeno oggi riesco a trovarti, figlio mio. Sei rimasto un desiderio che mi brucia gli occhi ogni mattina, tua madre mi ha lasciato quando le ho detto che la mia vita è organizzata diversamente e tu non sei mai arrivato.







[Modificato da mosquito4 15/06/2005 18.26]

23/06/2005 23:02
 
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Colpita
e affondata; era una scena campestre, mamme, bimbi, cespugli, tu che cercavi il tuo piccolino.......... ero con te, in quella scena; poi la fine.

Un pugno nello stomaco, un piccolino mai arrivato perchè un amore è finito.

Che ne dici di riprovare?
Coraggio, io sono un aborto mancato, ed ora, attraverso me, mia figlia aspetta un bimbo e il mio piccolino sarà una creatura vera; io che fino a poco tempo fa non volevo vivere.[SM=x142823] [SM=x142887] [SM=g27838]
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