| | | OFFLINE | | | Post: 4 Post: 4 | Registrato il: 02/06/2005
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03/06/2005 23:59 | |
Ebbene si, lo ammetto, io sono permaloso!
Lo ammetto per protesta, provocazione, disappunto!
Lo confesso perché sono stanco di essere disilluso dalle persone, sono irritato dalle persone, incazzato con le persone! A volte non si può aprire bocca per esprimere un’utopia, che immediatamente giungono sentenze inopinabili, vengono scagliate contro etichette ipocrite, si viene definito un qualcosa di specifico….!
L’ultima etichetta di stupido sognatore l’ho “meritata” per esprimere le mie teorie sulla “fuga” dei giovani dalla nostra amata terra. Pur ammettendo le ovvie difficoltà e le buie prospettive che, purtroppo, gravano sul povero meridione d’Italia, era mia intenzione porre qualche lecita e costruttiva opinione al proposito, da buon patriota e passionale avvocato delle mie origini, ponevo nel discorso una riflessione al quanto difficile da mettere in atto, un’utopia divenuta tale proprio per colpa dei non sognatori, perché è sempre più facile essere materialisti ed inseguire il successo personale, che difendere un ideale di appartenenza!
La mia posizione di rozzo meridionale, di uomo con poca cultura, di persona senza arte ne parte, mi consente di avere dei sogni, io non ho avuto la possibilità di aggiungere alla patente ed alla carta di identità altri titoli che mi possano distinguere, i biglietti omaggio per entrate nel mondo del lavoro, quei biglietti che solo la frequenza scolastica può garantire, non ho avuto la fortuna di poterli guadagnare, ero impegnato a combattere con ben altri problemi, problemi che, magari, mi hanno relegato nelle schiere degli illusi, dei sognatori senza gloria, degli stupidi incoscienti.
Ma sono pronto a difendere questa mia condizione in ogni occasione, voglio sognare di fare qualcosa di importante anche senza scappare dalle difficoltà, voglio ribellarmi all’emarginazione del sud, e, utopia, vorrei lo facessero tanti altri giovani, tanti altri ragazzi ben più dotati di me! A cosa serve lasciarsi indietro la desolazione, la precarietà? A cosa serve rinnegare le proprie origini, la spontaneità della propria cultura?
Troppo facile sfruttare ciò che i nostri padri ci hanno permesso di imparare per dimostrarne i benefici di tale apprendimento lontano dalle nostre realtà, troppo facile sviluppare le proprie basi grazie al sacrificio dei genitori e, poi, prendere il primo treno per il nord appena si presenta l’occasione. Ci vorrebbe più riconoscimento, più attaccamento alle origini! Mi sembra una logica conseguenza l’impoverimento culturale e strutturale del meridione, se i giovani che in esso sono nati, cresciuti e maturati lo lascino (quando ormai questo gli risulta stretto) in balia dei suoi stessi problemi, quando dovrebbero essere proprio loro, i giovani di belle speranze, a consentirgli sviluppo, benessere, stabilità culturale! Perdonate l’eccesso di utopia….., stavo solo sognando!
Pensate, però, se un giorno tutto ciò si realizzasse, pensatelo e rispondete a questa domanda: “ E’ così stupido l’orgoglio di appartenenza di questo sognatore stanco?”
Non è un discorso da provinciale, credetemi, è solo l’urlo disperato di una persona che vorrebbe ribellarsi al provincialismo cui vede condannata la sua terra d’origine con una dimostrazione di intelligenza e capacità da parte dei figli di questa stessa terra da tempo abbandonata all’emarginazione!
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