| | | OFFLINE | | Post: 685 Post: 41 | Registrato il: 10/09/2004
| Sesso: Maschile | |
|
29/04/2005 13:40 | |
Hai poggiato stanco il viso al tuo braccio scarno.
Certo, hai ragione, l’età tua meritava maggior rispetto.
Ma io allora, io, ho il diritto di valere qualcosa o sono solo un numero?
Questo ti domando con gli occhi freddi , mentre al contempo temo fortemente che il cuore tuo abbia un sussulto, definitivo, che possa per sempre a me strapparti.
Vorresti far correre una lacrima sul viso tuo, lasciarla scendere dagli occhi alle labbra, ma neanche oggi ci riesci.
No, non puoi donare al figlio un attimo della tua debolezza, no, è una vita che costruisci queste tue resistenze.
Ed io, che mi sento un numero, il secondo di tre per l’esattezza, cerco invano un lampo umano, un abbraccio paterno.
Ma dovrò attendere ancora , pur se sento il tempo farsi sempre più cappio.
Mai sei riuscito a dirmi bravo.
Solo una volta ho udito un complimento a me rivolto ma ero nascosto al tuo sguardo, io udivo e tu non sapevi che fossi lì.
Se tu capissi quante volte ne ho cercato il perché.
Mai hai ricambiato la stretta dell’abbraccio.
Ed io per infiniti giorni mi son sentito un corpo privo di forza.
Mai hai abbassato lo sguardo per scorgere il mio orizzonte.
Sempre da quella sedia, con la spalliera alta ed i braccioli imbottiti, hai continuato a parlarmi.
E quel maledetto porta penne in pelle lì nel mezzo, sempre a dividere il possibile contatto.
Ricordo che una volta strinsi la tua mano.
Eri disteso ed un solo lenzuolo copriva il tuo corpo robusto.
Maschera, cuffia e calzari avevo dovuto indossare prima di raggiungerti.
Terapia intensiva era il nome di quel luogo.
E nel vederti lì immobile, con i soli occhi capaci di movimento, mi venne d’istinto prenderti la mano e carezzarla.
Ma dopo poco hai sibilato…..sto male…..mi da fastidio…..
Ed io ho interrotto quel gesto che credevo fosse amore.
E così mi sono abituato a vederti distante.
Ho cercato nella distanza quell’affetto che rifugge il contatto.
E oggi d’improvviso tu mi chiedi perché a te non parlo.
E oggi tu mi chiedi di donarti petali del mio vivere.
Ma ora non riesco, forse che io inizi ad assomigliare proprio a te….?
E piangerò, lo so, quando non ci sarai.
Perché non riesci a guardarmi?
Perché non vedi che è una vita che ti sto sorridendo?
Abbracciami , papà ti prego ,abbracciami.
|
|
| | | OFFLINE | | Post: 2.214 Post: 2.031 | Registrato il: 14/11/2003
| Sesso: Femminile | |
|
29/04/2005 14:00 | |
Mi ha lasciato una tristezza profonda, forse perche' la figura del padre da te offerta, ricorda molto quella del mio. E, devo confessare, che ho capito troppo tardi che dietro a questa "forza" si nascondeva una fragilita' emotiva che mai ero riuscita a scoprire se non negli ultimi momenti della sua vita. Ne abbiamo discusso spesso in famiglia ed abbiamo convenuto che se fossimo riusciti a penetrare meglio il suo essere lo avremmo sicuramente amato di piu'. Grazie per il tuo scritto! |
| | | OFFLINE | | Post: 686 Post: 42 | Registrato il: 10/09/2004
| Sesso: Maschile | |
|
29/04/2005 18:30 | |
hai perfettamente ragione Giovanna.
si prova ad entrare nel terreno dei sentimenti di un uomo che , per quanto padre, non riesce a concedere istanti di tenerezza e di contatto "umano".
tenterò ancora di "scardinare" le sue difese però credo sia al contempo giusto cautelarsi non attendendosi "miracoli improvvisi"
e tutto ciò che verrà, fosse anche solo un sorriso in più, sarà comunque una conquista.
Grazie del tuo commento
pg |
|