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IL SIMBOLO DEL POTERE - racconto

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2005 13:53
31/01/2005 13:53
 
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Il Simbolo del Potere



Alle prime luci dell’alba la vedetta lo avvistò dalla torre di guardia: era lui, il cavaliere Bjork, che ritornava, ferito, stremato. L’eco delle sue imprese lo aveva preceduto, al castello: aveva affrontato da solo, e sterminato un intero esercito di nemici, aveva infine strappato la spada reale trafugata al suo re dalle mani del crudele principe Ghudrup, e lo aveva mortalmente trafitto, con quella stessa spada, poi gli aveva sfilato dall’anulare sinistro il simbolo del potere degli Schwerighe: l’anello di ferro. La vedetta avvisò subito il re, che senza perdere tempo gli ordinò di sellargli due cavalli e di aprirgli il ponte levatoio: gli sarebbe andato incontro lui stesso e lo avrebbe riportato al castello. Lo raggiunse in pochi minuti, scese da cavallo e gli si avvicinò. Bjork alzò lo sguardo, la ferita al fianco gli si era rimarginata, ma aveva perso molto sangue, e non riusciva ormai a fare altro che trascinarsi sulla nuda terra, ma raccolse le forze per inginocchiarsi davanti al suo re, offrendogli insieme l’anello e la spada. “Maestà, mi onoro di riconsegnarvi le insegne del potere. Ora siete nuovamente l’uomo più amato, più stimato e più temuto del Regno.” Il re si infilò l’anello di ferro nell’anulare sinistro, quindi prese la spada e parlò al valoroso cavaliere: “No, prode Bjork, non io, ma tu sei l’uomo più amato, più stimato e temuto nella terra degli Schwerighe, dacché la corte e il popolo sono stati informati delle tue imprese eroiche”.
Detto questo, il re conficcò la spada sino al manico nel fianco destro del cavaliere Bjork, riaprendogli la ferita, poi aspettò che morisse dissanguato davanti ai suoi occhi, lo caricò sul cavallo e lo riportò al castello. La sera stessa, il re tenne un discorso davanti alla corte:
“Sia reso eterno onore al prode cavaliere Bjork, guerriero ineguagliabile per coraggio e lealtà, che ha sacrificato la vita per riconsegnare nelle mie mani le insegne del potere. Egli è morto per mano del nemico, ma vivrà per sempre nella memoria del popolo e nel mio cuore riconoscente e devoto. Voglio annunciare, qui e ora, di aver deliberato che egli sia iscritto imperituramente nel libro d’oro dei santi e degli eroi del Regno di Schwerighe”.

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