RIVOGLIO LE MIE ALI

[Modificato da fedro nero 18/01/2007 19.43]

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Scritto da: fiordineve 18/01/2007 3.13

RIVOGLIO LE MIE ALI



Piccolo uomo che ti credi grande
hai plasmato la mia anima a tua somiglianza,
ero le arterie in cui facevi scorrere
il tuo sangue putrido e ammuffito,
ero il tuo ghiaccio quando l'arsura
delle tue passioni pulsava più freneticamente,
con me ti sentivi un gigante
ma ce ne vuole per diventare un uomo vivo.

Mi hai creato come bambola di cera
così potente ti sentivi con me,
come un cinto di alloro poggiato sul capo
inorgoglito pavone dalle penne dorate;
rivoglio le mie ali, ora, adesso, subito
non sarò più la farfalla chiusa
nella gabbia dorata del tuo insano piacere,
dove era illusoria la libertà come la gioia.

Rivoglio le mie ali
per allontanarmi dal tuo castello del male
e dalla tua presenza che mi annulla
che mi porterebbe negli inferi con te.

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Scritto da: pennabianca1957 23/01/2007 23.21
Questa è crudezza poetica. Livore espresso in versi rovesciati addosso a qualcuno per cui si nutre solo rancoroso disprezzo.
Non mi piace l'odio, ma riconosco che talvolta questo sentimento non può fare a meno di essere manifestato.
Mi dispiaccio solo per chi lo prova e, se posso, anche un po' per chi lo subisce.
D'altronde, e per fortuna, non esistono solo persone così disprezzabili. L'odio come l'amore non è mai assoluto, credo.

Un caro saluto, Vanni

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Io amo la poesia che grida sottovoce, quindi trovo alcune metafore troppo forti. Però il contenuto è schietto e questo è un tema che colpisce. Secondo me nessuno può restituire le ali perdute, è solo dentro noi stessi che possiamo ritrovarle.