Per il Brenta

PastorErrante
00sabato 24 giugno 2017 00:28
Sotto la slavata volta celeste
c’era un piccolo paese lontano,
terra di dolci colline ondulate
che cozzano con lamiere ferrigne,
dove ogni giorno Bellezza viene sgozzata
sopra ad altari d’asfalto innalzati a dio Danaro

Un fiumiciattolo c’era,
costeggiato da verdi chiome,
unico rumore l’acqua
che gorgheggia lieta,
il tempo scandito dal vento
che ticchetta i rami

“Vedi? Lì, sotto a quest’albero,
diedi il mio primo bacio,
sussurravo dolci parole d’amore in calde notti estive.
Laggiù invece, sopra a quel sasso,
bagnavo i piedi con il mio più caro amico.”
Sotto il viale ombrato portavo il cane arruffato
a trovar ristoro, ed io stesso mi confessavo
dinnanzi a quelle dure scorze.

Sotto la slavata volta celeste c’era un vecchio
bambino stremato, passo incerto da ubriaco,
sguardo ceruleo perso nel vuoto,
in una bianca distesa di ciottoli
–piccole lapidi-
e gli alberi con ossute mani in alto
protese in muto lamento.

Oggi hanno annegato il mio cuore
fumanti ruspe dentate nel cemento,
sguardo basso dei passanti che bisbigliano
“buongiorno” nell’arsura.
Unica epigrafe:
“Inizio tratto interessato
dai lavori della ciclopista”.
(Bog)
00mercoledì 28 giugno 2017 23:12
Ricordi e nostalgia si intrecciano elegantemente.
Il finale amaro chiarisce sinteticamente tutto .
Piaciuta.
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