Io resto commossa da questo testo.
Con la prosa non mi succede.
cara Rosy
come dicevo c'è prosa e prosa
ma quando mai leggendo un articolo di giornale, pieno di corner, traversoni e pallonetti, ci sentiamo commuovere?
oppure un articolo pieno di fondi rustici, definizioni di confini, asse ereditario? oppure di tacchi a spillo e di ultime mode di abbigliamento o locali trandy?
ma quando mai?
eppure i bravi giornalisti scrivono anche bene, niente da dire, potrei farti leggere articoli miei che troveresti ben fatti, ne sono sicura
quello che manca è l'intento
appunto, l'intento di commuovere
se devi vendere un certo olio -e trovi un buon articolo sulle proprietà salutari dell'olio a pagina 22, ma poi guarda caso una pagina intera "venduta" a una certa ditta che produce oli, sempre naturalmente ottimi, a pagina 43- qualche sospetto ti viene
e non sulla qualità dell'articolo, giuro che ci sono giornalisti cani ma anche giornalisti molto bravi che riescono a fare molto bene il loro lavoro
bensì sull'intento
se l'intento di un articolo di giornale, ma anche di un articolo di fondo o addirittura di un libro, è quello di vendere qualcosa, che sia quello di inculcare che l'idea del calcio è preminente nella nostra vita rispetto a qualunque altra, o che sia che la dieta macrobiotica è particolarmente sana, o che sia che un certo credo politico -e dunque un certo uomo politico- è più credibile di altri, ecco qui si ferma e si forma il pensiero
se l'intento, come capita, è quello di avvolgere e travolgere, e commuovere, adesso sì, siamo nel campo dell'arte, se la vuoi chiamare prosa poetica oppure in qualunque altro modo
l'intento è quello che conta
un intento di comunicare qualcosa di profondo e di intimo, che non sia l'ultimo gazzettino
purtroppo abbiamo migliaia di gazzettini, e l'arte, quella vera, fa fatica a distinguersi e a trovare spazio
per darle corpo, siamo costretti a riempire il testo di accapi, magari metterci qualche rima e chiamarla poesia
non è vero, non lasciamoci imbrogliare
non possiamo confondere una qualunque pubblicità di una crociera con un testo che vuole toccarci l'anima
anche se le pubblicità delle crociere fanno man bassa del linguaggio poetico, dato che hanno bisogno di colpire, colpire per vendere
ma non siamo nati ieri, sappiamo distinguere gli intenti anche quando ben camuffati
e dove c'è un'intenzione realmente comunicativa, abbiamo realmente arte
e qui si ferma ogni giudizio, qui possiamo solo restare a contemplare, come davanti a un quadro, la bellezza
che, come dici tu, ci commuove, come dico io, ci travolge
E anche quando la prosa mi avvince, è perché ha una stretta parentela con la poesia.
si potrebbe dire una delle storie che hanno formato la tua vita, ma poi ti accorgi che il tempo non c’è per chiudere tutte quelle porte che ha spalancato e rimarranno aperte per nessuno, fino alla fine.
basterebbe solo questo a farmi stramazzare per la commozione...