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Il Debutto in Società

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2010 13:39
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19/12/2010 13:39
 
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Affianco alla grande fontana di marmo bianco, dove la venere pallida presiedeva ai dolci amori dalle cui cornucopie uscivano argentate cascatelle d'acqua che ricadevano nella vasca provocando piccole onde concentriche che si rincorrevano fino a svanire in un perenne gioco senza turbamenti, stava un grande cespuglio di rose che si adornava dei rossi rubini dei boccioli appena schiusi, delle rose già mature e di quelle che avevano già dato al mondo tutto il loro carico di bellezza e sfumavano nell'apatico oblio.
L' effluvio che proveniva da queste rose si spandeva in tutto il giardino e accarezzava le finestre del palazzo che riflettevano i raggi del sole sui prati smeraldini del parco. Sulla cima di questo cespuglio stava una rosa, incastonata come un diadema sulla sua naturale corona, e stendeva i suoi morbidi petali increspati ai bordi compiacendosi della propria avvenenza. Ogni tanto gettava uno sguardo di superiorità sulle sue sorelle rose e su tutti gli altri fiori che tendevano le loro corolle verso il sole, e ogni tanto perdeva lo sguardo nel cielo azzurro sognando le future glorie che sarebbero state tributate alla sua bellezza.
Una rondine planava sopra al giardino danzando con le calde correnti che spiravano e la sostenevano in un valzer campestre; vedendo sopra al cespuglio la rosa e pensando che fosse molto bella scese per complimentarsi con lei; appoggiatasi quindi su di un rametto, attenta a non ferirsi con le spine, gli disse garrendo con tono felice
<< Tu, mia rosa, sei molto bella, i tuoi petali splendono più dei rossi fuochi che i pescatori accendono la notte sulle spiagge , quando i giovani danzano in cerchi volteggiando con le loro fanciulle e la brezza salata spira dal mare portando la sabbia e le leggende dei deserti lontani, più della rossa lava dei vulcani che scende come un fiume dai ripidi versanti, si scaglia in aria quando incontra un ostacolo e scende negli abissi marini perdendo il respiro e tramutandosi in pietra, più dei rossi rubini che indossa la principessa quando scende a passo leggero la marmorea scalinata del palazzo, tutti si inchinano al suo passaggio, e un cavaliere le tende la mano per farla salire sulla sua carrozza dorata che percorre lenta i viottoli del parco >>.
<< Sai ciò che dici piccola rondine >>
rispose la rosa piegando lievemente il suo stelo e facendo vibrare i piccoli petali, nella felicità di un siffatto elogio,
<< e davvero hai ben descritto la mia bellezza, ma sappi che non solo tu hai riconosciuto le mie doti. Il giardiniere del palazzo mi ha detto, rinfrescando i miei petali dalla calura serale, che la principessa mi ha visto dalla sua carrozza e mi ha invitato al ricevimento di questa sera a palazzo. Sarò la più bella delle fanciulle, tutte loro mi invidieranno perché i giovani cavalieri non avranno occhi che per la mia bellezza, ed io ballerò con tutti loro fino a notte fonda e la principessa dirà : " io conosco quella rosa che ha incantato i cuori di tutto il regno ", e domani mattina svegliandomi troverò l'anticamera dei miei appartamenti piena di doni, uno per ogni cavaliere a cui avrò concesso un ballo. >>
Terminato questo discorso, da un punto del cespuglio un po' più in basso, una vecchia rosa che aveva oramai cominciato a perdere i suoi petali disse con voce flebile ma che si udiva chiaramente :
<< Povera sciocca ! non lo sai che al ballo di questa sera verranno giovani fanciulle belle come te ma molto più ricche ! giovani colte che hanno viaggiato per il regno, non come te che non sei mai uscita da questo giardino; io le ho viste passeggiare per questo parco quando tu ancora dovevi sbocciare !. E poi non è possibile che tu incanti tutto il regno perche non tutti verranno al ballo di questa sera>>.
<< Non vi è nessuna fanciulla più bella di me e io conosco come ci si deve comportare in società ed è tutto ciò che è importante sapere, il resto è conoscenza inutile! come è inutile che al ballo venga tutto il regno ! ci saranno solo le persone che vale la pena di incantare, degl' altri non mi importa. Tu ormai sei vecchia e di te non si cura più nessuno, non servi più a nulla, mentre io rimarrò bella e sarò corteggiata per sempre ! >>
La vecchia rosa si chinò verso il basso, uno dei suoi petali rosso come il vino più puro e forte, cadde sul prato verde e da lei non si udì mai più una parola.
Allora la rondine guardando la rosa che svettava verso il cielo, ancora persa nei suoi sogni, disse con tono pensieroso :
<< Che tu, o mia rosa, ottenga uno straordinario successo ne sono certa, ma non potrà durare a lungo. E' da quando la primavera ha coperto con il suo luminoso mantello questa regione, che volo sul parco, ed ho visto che tutti i fiori che entrano a palazzo ne escono dopo pochi giorni e giacciono tutti oltre le mura esterne, e a tener loro compagnia ci sono le chiocciole che intrecciano la notte strade argentate come la scia delle stelle, e i grilli che festeggiano la dolce stagione suonando i loro rauchi strumenti e i topi di campagna che si muovono con passi frettolosi e indecisi perché ancora non sono capaci di danzare >>.
La rosa, che odiava vedere interrotte le sue fantasticherie da chiunque disse :
<< Così anche tu credi che io sia come tutte le altre, e che dovrò per forza seguire il loro declino !; tu non capisci nulla della bellezza e dell'eleganza e lo dimostra l'orribile colore delle tue piume !. Ora vattene e lascia che mi prepari per il mio debutto di questa sera. >>
La rondine non disse nulla e piegandosi sulle zampe apri le ali e tornò a danzare con la brezza lasciando a ricordo del suo passaggio un leggero oscillamento del suo appoggio che svanì a poco a poco.
A pomeriggio inoltrato si avvicinò al cespuglio il giardiniere che con un paio di forbici e la più alta attenzione fece al gambo della rosa un taglio obliquo al che il fiore pensò "ecco, ora possiedo un vestito da sera ", e la consegnò ad una cameriera che aveva il compito di creare la decorazione floreale dei saloni. Vista la sua indubbia bellezza, ottenne il privilegio di un vaso privato in cristallo lavorato con una base rotonda e un esile corpo che si allargava alla base per poi restringersi verso la fine ed aprirsi nuovamente in un bocca simile alla base. Il vaso fu poi posto sopra il grande pianoforte a coda che troneggiava nel salone principale.
Venne la sera e centinaia di ospiti si sparsero nelle sale del palazzo. I giovani nobili avevano lunghe giacche dai colori sgargianti che coprivano camicie bianche dai polsini ricamati che creavano vaporosi giochi ogni qual volta si movevano le mani; i giovani militari, come gli ufficiali e i comandanti, vestivano l'alta uniforme dai due colori, bianco e rosso, e su cui spiccava il color d'oro dei gradi sul petto a destra, e la spada col fodero sul fianco ad ogni passo sbatteva sulle cosce muscolose allenate dagli esercizi e dal "tirar di spada"; le dame vestivano dei colori più vari come non se ne trovano nemmeno nei prati estivi incolti dove migliaia di fiori rendono il loro tributo di colore e bellezza.
Chiunque si avvicinasse alla rosa non mancava di esprimere il proprio apprezzamento per il suo colore e l'effluvio che emanava, e lei d'altronde, incentivata dai continui apprezzamenti, rivolgeva il suo sguardo al soffitto e non degnava nessuno di attenzione per dimostrare la sua superiorità rispetto alla gente comune. Il fatto che nessuno la invitasse a ballare la convinse che alcuno tra i presenti pensasse di essere degno di lei e, a questo pensiero, si inorgoglì se possibile ancora di più.
Il giorno dopo il ballo le cameriere stavano svuotando i vasi e togliendo i fiori, ma poiché la rosa mostrava ancora tutta la sua freschezza la lasciarono dove si trovava. E davvero la rosa non intendeva appassire e si mostrava sempre bella come appena colta.
Dopo due settimane la principessa passando per quel salone vide la rosa, che solo ad uno sguardo molto attento iniziava a rivelare i primi segni del tempo trascorso.
<< Ancora qui si trova quella rosa ? >>
chiese la principessa avvicinandosi al vaso. Il fiore si erse e schiuse ancora di più i suoi petali.
<< Si maestà; non è appassita e allora l'abbiamo lasciata dov'era >>
<< Da quando l'avete colta è passato molto tempo e mi è venuta a noia la sua presenza. Gettate questo fiore e sostituitelo con dei gladioli bianchi >>.
<< Si maestà >>
rispose la cameriera seguendo la principessa nel salone adiacente.
Così la rosa fu presa e gettata proprio dove la rondine aveva pronosticato che ella sarebbe finita, in un grande cumulo di fiori secchi e di rifiuti del giardino. Affianco a lei stava, secca, la vecchia rosa che aveva cercato di aprirle gli occhi.
La brezza correva tra le foglie degli alberi e le rondini danzavano sullo sfondo azzurro del loro palcoscenico, ogni vita continuava il suo cammino e un usignolo raccontava delle favole su un ramo di un albero che, rapite dal vento,si perdevano nell'aria. Tra tutti quei suoni si sentì chiara la voce della rosa che esclamava ad un pubblico disinteressato :
<< Avevo bisogno di un ritiro in campagna per rigenerare le mie energie, e quando tornerò incanterò il mondo, un'altra volta >>.
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