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La donna

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2010 11:28
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LA DONNA




Sandro Masala era rimasto molto scosso dell’avvenimento della mattinata, continuava a sentire le lacrime vive che la donna gli aveva lasciato impresse sul viso, ancora ne percepiva il profumo forte ed acre. Era come se una parte di quella donna gli fosse rimasta appiccicata addosso e quella continuava a suscitare emozioni strane e stimolanti.
Una sua collega quella mattina era rientrata al lavoro dopo una lunga assenza a seguito di alcune disavventure giudiziarie.
Indubbiamente il dolore può farti conoscere meglio una persona, forse la parte più vera e spontanea della stessa. Una donna in tempi normali vive il suo tempo seminascosta in un involucro, una corteccia protettiva, offrendo di se un’immagine così come la vuole una società falsamente perbene.
La donna che il Masala quella mattina aveva visto piangere era vera, diversa da quella che egli aveva conosciuto in passato. Questa rivelazione lo incuriosiva, lo spingeva a capire meglio l’accaduto.
- “Quella Carla, che donna! Chissà come avrà sofferto in tutti questi mesi”.
L’uomo provava un dolore acuto pensando come la Tozzi doveva sentirsi sola in una cella senza che nessuno dei suoi colleghi, dei suoi amici erano stati a trovarla, a manifestargli una fraterna solidarietà. Per questa mancanza di sensibilità l’uomo sentiva una fitta al cuore. Ma allora, quando Carla era stata arrestata, tutti sul posto di lavoro facevano a gara a dimenticarla, tutti parlavano di lei come di una poco di buono che dal crimine aveva tratto a piene mani i mezzi del suo benessere; le pellicce ed i gioielli che tanta invidia suscitavano tra le sue colleghe. Non era facile in quei giorni trovare qualcuno disposto a dichiararsi amico della sventurata.
- “E poi posso dire che allora non la conoscevo, buon giorno e buona sera ogni volta chen ci incontravamo e poi ognuno per la sua strada. Come ora d’altra parte”.
Le ultime riflessioni avevano provocato una sottile ferita nel suo animo. Come avrebbe voluto conoscere bene quella donna, esserle vicino, parlarle con naturalezza dei tanti piccoli problemi quotidiani, ricevere le sue confessioni e conservarle con discrezione.
- “Ma è sempre la stessa donna di prima, perchè mai adesso dovrebbe cambiare? A rigor di logica non sono accaduti fatti nuovi che giustificano un nostro possibile avvicinamento”.

Nei giorni che seguirono per il giovane Masala vi furono momenti di grande tensione, il suo pensiero era ritornato costantemente alla Tozzi, lei era diventata la padrona dei suoi pensieri. C’erano momenti in cui pensava di essersene innamorato.
“ Innamorarmi di lei, quasi a sua insaputa, che assurdità vado pensando? Una donna come quella, con la classe che ha, se appena gli accennassi questo mio sentimento si metterebbe a ridere”.
Già, dirgli qualcosa, lasciargli capire le sue sensazioni, erano per il Masala cose difficilissime da realizzare. Riservato, di una timidezza impacciata nell’approccio, al giovane mancava l’ardire di renderne partecipe la donna.
- “Piuttosto che udire dalla sua bocca un netto rifiuto, preferisco rimanere in silenzio a soffrire”.
Tuttavia Sandro aumentava le sue premure, i suoi sorrisi verso l’adorabile collega che ancora viveva i giorni del dolore, gli ultimi strascichi con la giustizia. Solo raramente lei si mostrava serena e sorridente, il più delle volte era irrequieta e lo dimostravano le occhiaie profonde e nere tipiche di chi ha difficoltà a prendere sonno e fa ricorso a tranquillanti. In questi momenti il giovane si sentiva molto vicino alla donna, avrebbe voluto essere parte attiva del suo dolore, darle un segno tangibile della sua disponibilità, ma temeva che i suoi gesti potessero essere fraintesi, criticati, ed allora lasciava perdere.
Carla, invece, immaginandosi sola, in mezzo a gente ostile, prese a richiudersi in se stesso. Per non rischiare nuove e più cocenti delusioni cercò di non dare ascolto alla voce del cuore e lentamente la ridusse al silenzio.
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Immagino che sia l’inizio di un racconto.

Lo trovo molto ben scritto, accattivante. [SM=x142874]

[SM=x142897] Giancarlo


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
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