Il nome difficile

Mio padre era un uomo
molto conosciuto
pertanto, fino a vent’anni,
fui da tutti considerata
come: “la figlia del … ”
(perché da noi
si usa la preposizione articolata
davanti al nome di persona).
Nel frattempo crebbe
mio fratello
così divenni,
fra conoscenti e amici,
riconosciuta
come: “la sorella del… ”
Trascorsi un po’ di anni,
dopo il matrimonio,
provai la gioia vera
della maternità.
Mi feci, sì, più bella
e anche più matura,
ma la gente mi apprezzava solo
come: “la mamma della… “
Desumo – logicamente -
che dovrò aspettar la morte
perché davanti alla mia tomba
qualcuno possa dire:
“Era quella brava donna
di cui non si è mai
saputo il nome… “!

Per questo,
grazie alla nuova tecnologia,
per comunicar col mondo,
ho scelto un soprannome
ridondante, lungo,
piuttosto cacofonico
e persino sdrucciolo.
E’ un po’ ridicolo, mi pare,
come del resto
ogni cosa sdrucciola,
ma forse è più ridicolo
un nome di sei lettere
- giuste giuste la metà -
che nessuno, sembra,
riesca a pronunciare!

(Credo che solo Dio
quel giorno mi dirà:
"Benvenuta, Lorena,
benvenuta in questo posto qua!)


Nota: Non credo si possa definire poesia, quindi ho scelto questa sezione.

Carissima Lorena, hai davvero ragione, spesso è così e in particolare accade a chi, come me, ha un nome molto diffuso.
Il tuo nome invece è bellissimo e tu sei una persona speciale, ma tant'è, le abitudine sono dificili a perdere.

Trovo lo scritto davvero discorsivo (ma già lo sapevi ) ma ti assicuro che è egualmente piacevolissimo leggerlo.

Un applauso .

Giancarlo

Hai ragione Lorena:
Mio padre non aveva un nome importante ma anche io mi sono sempre sentita la figlia di, la moglie di, la mamma di, la nuora di ........
Siamo continuamente alla ricerca di noi stesse, specialmente noi donne che abbiamo messo la famiglia non al primo posto ma all'unico posto.
Almeno a me sta succedendo questo.
Dai Lorena facciamoci coraggio alla barba del finto femminismo!




Rita.