Ho nella mente i giochi
accumulati di finestre in controluce
schiere bianche di pareti fatte
in cerchio sullo specchio delle onde
cuori e riflessi di scintille immersi
tra musiche di brezze e odori scollinati
spigoli di barche dedicate al lembo
vivo delle vele lucidate al sole
pizzichi di foglie verdi d’olio e lucido basilico.
Profumi di macchie e rose ancora vive
pietre ed archi in susseguenza
le curve fatte ad ombra dei passaggi
che s’inoltrano dai sogni alle cucine
tra sapori rossi d’orti al vento e paste
pregne d’arie e odori al mezzogiorno
frutte esposte in mostra ai davanzali
le pieghe confuse e colorate delle tende.
Il mare non sta fermo sul confine
delle ore chiuse in fragili memorie
come un sugo zuccherato nella bocca
si dispande tra il sudore e i sogni lenti della pelle
s’allontana
e già riaccende intorno la pianura incandescente
inflitta e piatta nei respiri.
pennabianca